Omicidio colposo

Emorragia dopo il parto cesareo, 38enne morì dopo tre anni in coma: a processo due medici del San Martino

Il gip aveva imposto al pm l'imputazione coatta. In base alla perizia alcuni semplici accertamenti che avrebbero rivelato per tempo l'emorragia in corso

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Genova. Due medici dell’ospedale San Martino sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo per la morte di una donna di 38 anni, originaria di Rapallo, deceduta dopo essere stata in coma per tre anni a causa di un’emorragia che si era verificata subito dopo il parto. I fatti risalgono all’agosto del 2012.

La donna era stata ricoverata dopo il parto avvenuto con il taglio cesareo ma il quadro clinico si era complicato: la donna era stata trasferita in terapia intensiva ma era andata in arresto cardiaco e successivamente era entrata in coma.

A imprimere una svolta al processo il giudice per le indagini preliminari Riccardo Ghio, che dopo la seconda richiesta di archiviazione avanzata dal pm Sabrina Monteverde, ha accolto la seconda opposizione dell’avvocato dei familiari della vittima, Mario David Mascia e con un’imputazione coatta ha ordinato di esercitare l’azione penale nei confronti dei due medici, colpevoli di aver sottovalutato in maniera fatale le emorragie sviluppatesi dopo il parto.

“La seconda perizia” aveva scritto il gip Ghio “ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza diuna grave negligenza in capo ai sanitari che la ebbero in cura. Nel periodo post partum, soprattutto nei giorni immediatamente precedenti all’arresto cardiaco, esistevano sintomi evidenti di un peggioramento della situazione”.

Quei sintomi furono sottovalutati dai medici oggi rinviati a giudizio, “i quali hanno omesso di eseguire semplici accertamenti, che avrebbero dimostrato la reale situazione della donna e imposto trattamenti immediati, in particolare quello chirurgico”. Tre, nello specifico, sono le omissioni addebitate ai due medici: “Non procedevano allo studio dell’emocoagulazione, e in cartella clinica non vengono riportati i valori relativi a un controllo emogasanalitico”.

E soprattutto, “non disponevano una semplice ecografia all’addome, che avrebbe permesso senzaltro di evidenziare il sanguinamento in atto”. La prima udienza si terrà il 2 dicembre 2021.

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