Addio

Così spariranno dal porto di Genova le due “navi fantasma” abbandonate da anni

Un primato nazionale per il porto di Genova: saranno le prime demolite secondo la normativa dello "ship recycling"

Genova. Al via la demolizione delle navi Sentinel e Theodoros, da 15 anni abbandonate nel porto di Genova. A presentare il progetto è stata questa mattina la Capitaneria di porto. Si tratta di un primato nazionale per il capoluogo ligure, trattandosi delle prime navi che vengono demolite in Italia in attuazione della normativa di “Ship recycling” dopo la demolizione della Concordia.

La storia della general cargo Sentinel e della tanker Theodoros si intrecciano da tempo per il comune destino di abbandono e per le difficoltà incontrate nel tempo per addivenire ad una facile e rapida soluzione.

In bacino, quindi, assieme alla Mar Grande, che è stata invece avviata alla demolizione dall’armatore, sono andate la Sentinel, un cargo di 80 metri, battente bandiera dell’isola Comore, che era stato sequestrato nel 2004 per immigrazione clandestina e affidato all’agenzia delle dogane per essere avviato alla demolizione, e la Theodoros, nave tanker di 63 metri, battente bandiera panamense che, dopo il sequestro per debito, era stata abbandonata in porto da armatore e equipaggio.

Le tre navi, adesso, sono all’interno di uno dei bacini di carenaggio dove in circa tre mesi saranno demolite e i materiali saranno avviati al riciclaggio. “Il grosso del lavoro è stati ripreso a inizi9 2019 – spiega Alberto Battaglini, capo reparto tecnico amministrativo della Capitaneria di Porto – quando, come Autorita Marittima, abbiamo dato impulso alle istituzioni interaste, Autorita di Sistema Portuale e Agenzia delle Dogane, per arrivare a chiudere la problematica di queste due navi rifiuto. Abbiamo lavorato in sinergia in tutte le fasi, dai bandi di gara alla sicurezza ambientale e della navigazione e, nonostante negli anni siano cambiate le normative, siamo riusciti in circa due anni a vedere l’avvio della demolizione”.

Un’operazione che, nonostante non sia enorme dal punto di vista del valore della commessa, ha un forte valore simbolico perché rappresenta l’avvio di un tipo di attività che può portare nuovo lavoro a Genova. “Questa attività è in fase di crescita – spiega Ferdinando Garrè, amministratore delegato di San Giorgio del Porto – e potrà portare volumi di lavoro e, di conseguenza, assunzioni e altre ricadute positive sulla città”. Un’operazione che ha a che una forte valenza ambientale perché le stime sono quelle di una percentuale di riciclaggio dei materiali superiori all’87%, che era la percentuale di recupero della Concordia.

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