Genova. Sono state 2 milioni e 685mila le ore di cassa integrazione Covid autorizzate a Genova e provincia da gennaio a maggio 2021 nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli, motocicli, beni personali e per la casa, alberghi e ristoranti. È quanto fotografano i dati Inps evidenziando un picco a febbraio e marzo con 663mila e 787mila ore autorizzate. Nel frattempo, però, iniziano a vedersi i primi segnali di ripresa.
Per quanto riguarda la cassa integrazione Covid nei primi mesi del 2021, a fare la parte del leone sono stati alberghi e ristoranti: a gennaio hanno assorbito 110mila ore sulle 319mila autorizzate, a febbraio 248mila su 663mila, a marzo 417mila su 787mila, ad aprile 229mila su 344mila, a maggio 342mila su 572mila.
“Rispetto a prima lo scenario è cambiato radicalmente. Se nei mesi scorsi avevamo cento richieste al giorno, ora sono una o due – spiega Silvia Avanzino, segretario generale della Fisascat Cisl Liguria -. Una parte del commercio fa ancora un po’ di fatica e quindi utilizza gli ammortizzatori sociali per riorganizzarsi e recuperare liquidità perché finora non hanno incamerato nessun utile. Si tratta soprattutto di aziende che applicano il contratto del terziario attive nei servizi, quindi non veri e propri negozi”.
Ma insieme ai residui della cassa integrazione, mentre per alcuni settori i licenziamenti sono ancora bloccati, riprendono anche le assunzioni. Sono già 1.026 quest’anno le domande arrivate alla Regione per i bonus assunzioni previsti dal patto per il turismo, un ritmo raddoppiato rispetto al 2020. Le aziende che possono beneficiare dei bonus sono quelle che hanno assunto o assumono lavoratori con contratto subordinato a tempo determinato di durata non inferiore ai quattro mesi o con contratto subordinato a tempo indeterminato a decorrere dal 15 marzo 2021. Grazie a questo meccanismo, nel 2020 sono stati circa 3mila i contratti stipulati per 9,2 milioni di euro di finanziamenti erogati alle imprese.
“Ma qualche assunzione iniziamo a vederla anche nel commercio – prosegue Avanzino -. Sono soprattutto contratti a tempo determinato, in qualche caso di apprendistato. In questo periodo sono molto frequenti le sostituzioni per le ferie, ma sono numeri che accendono un piccolo barlume di speranza in cui noi crediamo fermamente. Certo, dobbiamo capire quante di queste sono assunzioni genuine che si consolideranno nel tempo”.
Secondo i sindacati, infatti, per una lettura completa della situazione bisognerà attendere ancora qualche mese: “Lo scenario chiaro lo avremo a ottobre quando saranno davvero terminati gli ammortizzatori sociali, il turismo avrà concluso la stagione, i negozi avranno fatto i saldi e le campagne estive. Il lavoro fatto fino ad oggi è importante perché non si dà il via tout court ai licenziamenti. Tra qualche mese capiremo quali aziende saranno in grado di andare avanti e quali no, soprattutto per quanto riguarda le piccole e medie imprese”.