Continua la nostra scampagnata nel mondo dei gialli, ed oggi ci occuperemo di una sfumatura ancora più labile e difficile da afferrare, in bilico tra altre due: il giallo e il thriller. Il gusto che assaggiamo oggi è il giallo psicologico.
“La ragazza del treno”
Oltre ad un argomento cupo, una protagonista che porta allo scoperto il dolore e l’autodistruzione, il libro ci trascina nella trama, nel dubbio se quello che ci viene raccontato sia un “fatto” o una “visione”. Siamo risucchiati dalla serie di bugie e verità che si alternano, come i paesaggi che frecciano oltre un finestrino, tra ribaltamenti di trama e colpi di scena; questo è un libro che ci costringere a leggerlo per scoprirne il finale. Sicuramente la lettura ci assorbirà tanto da non accorgerci dei vicini di ombrelloni e lasceremo sciogliere il gelato nel suo cono.
“Stavo per dirle di sì, perché in fondo era la verità, ma è stato più facile mentire”
La vita della protagonista, Rachel, non è felice: vive sola, senza amici, e con un serio problema di alcolismo. Non ha superato il dolore della separazione dal marito che, dopo anni di tradimenti, la lascia per l’amante da cui aspetta un figlio; figli che Rachel avrebbe voluto avere, ma che non sono mai arrivati. Ogni giorno prende il treno per raggiungere il centro di Londra e, da qui, osserva una coppia la cui casa si affaccia sui binari. Ci si affeziona, idealizzandoli come la coppia perfetta, proprietari di una vita così diversa, e migliore, della sua. Un giorno però Rachel è testimone di qualcosa che non avrebbe voluto vedere… Cosa avrà visto di tanto sconvolgente? E soprattutto, l’avrà visto davvero o è stata un’allucinazione?
Paula Hawkins, classe del ’72, è nata in Zimbawe raggiungendo, dopo diciassette anni, Londra. Scrittrice e giornalista, dopo alcuni libri rosa scritti sotto pseudonimo, pubblica “La ragazza del treno” immediatamente diventato un best seller e trasposto in film nel 2016. Sempre per Piemme pubblica anche il secondo giallo psicologico “Dentro l’acqua”, e il suo terzo libro “Un fuoco che brucia lento” atteso per il 31 Agosto.
Un libro per i bambini
Ovviamente un libro che abbia la voce del cattivo, nel mondo della narrativa per ragazzi, non è molto comune. Per quanto crescendo ci si renda conto non esistano “buoni” e “cattivi”, che tutti siamo un miscuglio di questi due aggettivi, il mondo dei bambini ha dei confini ancora molto netti. Sicuramente ci sono libri che spiegano che non tutti i “cattivi” lo siano veramente (grossi lupi vegetariani, draghi timidi e amanti della musica, giganti gentili…) ed è di questi che parleremo, per i più piccoli; per i più grandi ci appoggeremo a protagonisti fuorilegge, certo, ma che compiono le loro “imprese” senza violenze o spargimenti di sangue.
Per i più piccini: “Tutti nella mia tana”
Ecco in questo libro un cattivo che più cattivo non si può: il lupo. In questo divertentissimo albo, pagina dopo pagina, aumenta la tensione perché il lupo è a caccia, pronto a prendere chiunque: Cappuccetto Rosso, i tre porcellini, Pierino… ma sarà davvero per mangiarli? Età di lettura: dai 3 ai 100 anni
“Oggi ce la farò a prenderli tutti!”
Trama:
Il Lupo, già di cattivo umore, gira per il bosco cercando di prendere uno, se non tutti, dei suoi storici “nemici” ma non trovando nessuno s’infuria sempre di più finché alla fine…
Cristina Petit, bolognese classe del ’75, è maestra, scrittrice, illustratrice e curatrice di un blog, già autrice di molti libri per bambini e “memorie” della sua attività d’insegnante.
Sara Carpani, illustratrice, autrice e fumettista, selezionata al concorso Baraccano 2004 ed Iceberg 2005. Ha illustrato, tra le altre, molte riviste storiche e scientifiche.
Il loro “Tutti nella mia tana” è edito da Pulce editore.
Per i più grandi: “Arsenio Lupin, ladro gntiluomo”
Le avventure di Arsenio Lupin- che sono tantissime- vedono la luce nel 1905 ma, nonostante l’età, sono ancora in grado di divertire e stupire, tanto con colpi di scena quanto con colpi d’ingegno. Da quando poi ne è stata tratta una serie televisiva, il libro è rientrato come una valanga nei cataloghi, il titolo di cui parliamo oggi è edito da Salani. Lupin è un ladro, il più abile, ma è un “genitluomo”: non usa mai la violenza affidando all’ingegno, e alle abilità da prestigiatore, la buona riuscita dei suoi colpi. Un ladro che ruba per sé, certo, ma anche per i bisognosi, alleggerendo le tasche dei più ricchi. Una sorta di Robin Wood moderno, sicuramente meno altruista, ma dotato di incredibili abilità: trasformista, conoscitore di arti marziali, intelligente, colto, ironico e audace. Per quanto “negativo” è un tale seduttore da portarci dalla sua parte, facendone un eroe. Età di lettura dai 10 anni.
“Arsenio Lupin, il gentiluomo stravagante che opera soltanto nei castelli e nei salotti, e che, una notte in cui era entrato dal barone Schormann, ne era uscito a mani vuote lasciando il suo biglietto da visita, su cui aveva scritto la frase seguente: < Arsenio Lupin, ladro gentiluomo, tornerà quando i mobili saranno autentici>.”
Trama
In questo episodio Arsenio Lupin, per quanto sembri impossibile, è in galera. Senza troppa difficoltà il ladro più temuto, e ricercato, è stato arrestato e condotto nella sua cella. Ma quindi la sua avventura è finita prima ancora di cominciare? Assolutamente no, un nuovo furto sta per essere messo in opera, un furto ancora più impossibile proprio perché il responsabile siede tranquillo nella sua cella, sotto gli occhi delle guardie e le visite del commissario. Preparatevi ad assistere al trucco di un prestigiatore, che compare e scompare quando vuole, e che nessuna prigione può contenere.
Maurice Leblanc (1864-1941) è stato uno scrittore francese, padre del ladro Arsenio Lupin che lo portò al successo, tanto in patria che all’estero. Il suo personaggio ha influenzato il mondo in tanti modi: dal cinema ai fumetti Arsenio è diventato un cartone animato, un manga, citato perfino ne “il pendolo di Foucault” di Eco
PICCOLE SCHEGGE
Il giallo psicologico mette in primo piano, a discapito dello svolgimento delle indagini e della risoluzione del mistero, il protagonista. Spesso è un eroe negativo- cioè non il personaggio “buono” e “positivo” che ha dominato per secoli la letteratura ma, se non malvagio, comunque non portatore di qualità positive; nel corso della sua evoluzione questa figura non s’identifica, necessariamente, con l’antagonista o il cattivo ma con un essere umano comune, con le sue debolezze, spesso isolato o alienato- e l’attenzione, più che sulle ambientazioni criminali, si focalizza sui rapporti tra i personaggi. Questa sfumatura di genere si può anche identificare con il thriller psicologico, ma di questa particolare nuance di giallo parleremo un’altra volta.
“L’occhio di vetro” è la rubrica di letteratura di IVG e Genova24, a cura di Ilaria Giorcelli. Ogni settimana un piccolo “sguardo” sul mondo dei libri, con alcuni volumi consigliati per piccoli e grandi. Clicca qui per leggere tutti gli articoli