Genova. Pannelli fotovoltaici galleggianti sulla nuova diga foranea per abbattere le emissioni inquinanti nel porto di Genova e alimentare le navi solo con energia pulita. È l’ultima ipotesi alla quale stanno lavorando il sindaco Marco Bucci, l’Autorità portuale e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani che l’altro ieri a Santa Margherita Ligure ha confermato il programma inserito nel Recovery Plan.
“Cingolani mi ha confermato personalmente che abbiamo chiesto i finanziamenti a Bruxelles, poi sarà Bruxelles che dovrà dire se ci sono. Abbiamo chiesto circa 800 milioni“, ha spiegato Bucci. Una cifra più alta rispetto a quella finora prevista, perché prevede anche soluzioni diverse dall’installazione dei pannelli sulle coperture realizzate sui bacini dei cantieri navali per evitare la dispersione di sostanze inquinanti vicino ai centri abitanti: questa era l’idea iniziale.
“Se non riusciamo a coprire i bacini o almeno a coprirli parzialmente stiamo studiando anche i pannelli solari galleggianti che si possono ancorare nella parte di calma della super diga – ha detto ancora Bucci -. Ci sono già in Danimarca, ci sono già molte aziende che stanno facendo questo lavoro. Noi dobbiamo arrivare a una certa superficie, 300-400mila metri quadrati di pannelli solari, forse anche un po’ di più: se non li troviamo in terra li troviamo in mare”.
Nelle scorse settimane a sollevare perplessità sui grandi capannoni a copertura dei bacini era stata Fincantieri, ma anche la stessa Autorità portuale che evidenziava un possibile ostacolo di natura paesaggistica. Per non parlare dell’annosa questione dell’interferenza col cono aereo, già ribadita da Enac a proposito della nuova diga, delle gru di calata Bettolo e per i depositi chimici che dovranno essere spostati da Multedo. Nello stesso pacchetto c’è anche il deposito di idrogeno che in futuro potrebbe sostituire anche il Gnl su cui peraltro non è ancora stata trovata una soluzione.
Il progetto dei cantieri navali potrebbe quindi saltare, del tutto o in parte, ma il punto centrale del programma resta l’elettrificazione delle banchine che dovranno essere alimentate con energia pulita. “È essenziale il cosiddetto cold ironing, cioè il fatto di poter stare senza motore acceso in città e questo consentirà di avere una de-carbonizzazione della città. In sei anni pensiamo di poter arrivare a zero per quanto riguarda il porto di Genova”, ha concluso Bucci.