Protesta

Agricoltori in piazza a Genova: “Fateci abbattere i cinghiali, per noi sono come la peste” fotogallery

Manifestazione di Coldiretti a Montecitorio e nelle piazze italiane: "È un'emergenza sociale, chiediamo di poter intervenire tempestivamente"

Genova. “Dopo il Covid la peste: i cinghiali”. “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”. “Niente lockdown per i cinghiali”. Sono alcuni dei cartelli che gli agricoltori liguri hanno esposto stamattina in piazza De Ferrari durante la manifestazione organizzata da Coldiretti in contemporanea a Montecitorio e in diverse città italiane per chiedere un intervento legislativo netto contro gli ungulati.

“Questo è il problema più sentito dalle aziende agricole, ma ormai è anche un problema sociale, di sostenibilità ambientale, di sicurezza sociale, di salute – spiega il presidente ligure di Coldiretti, Gianluca Boeri -. Dobbiamo intervenire al più presto per limitare questo fenomeno in continua ascesa. Si contano a livello nazionale più di 2 milioni e mezzo di esemplari. Solo nella nostra regione abbiamo superato la soglia di circa 70mila, in alcune zone del nostro territorio si contano più cinghiali che abitanti. È il momento di dire basta e intervenire”.

Per questo Coldiretti ha presentato al vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura Alessandro Piana una proposta di legge che consentirebbe agli agricoltori di abbattere direttamente i cinghiali che si trovassero sui propri terreni: “La nostra è una proposta che dà la possibilità concreta ai proprietari e ai conduttori dei fondi di intervenire tempestivamente per il controllo, l’allontanamento, l’abbattimento, qualora ce ne sia la necessità, dei cinghiali, semplificando di molto l’iter burocratico, informatizzandolo e dando la possibilità di intervenire in tempo reale”.

Al momento, infatti, la legge prevede che l’autorizzazione a intervenire debba essere chiesta con 36 ore di anticipo. Inoltre nei centri abitati gli interventi di cattura e abbattimento sono permessi solo fino a un’ora dopo il tramonto. “Qualora i nostri agricoltori non abbiano le capacità, la voglia e la possibilità di intervenire, proponiamo di delegare al nucleo venatorio regionale, ma anche alla polizia locale e alle le guardie giurate se opportunamente formate, la possibilità di intervenire tempestivamente e abbattere il cinghiale, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7″, conclude Boeri.

Alla manifestazione in piazza De Ferrari hanno partecipato diversi titolari di aziende agricole e anche alcuni sindaci dell’entroterra ligure. “Io sono sindaco di un paese di 300 anime – spiega Enrico Ilariuzzi, sindaco di Seborga -. Chiediamo strumenti normativi che permettano di intervenire. Per il monitoraggio abbiamo squadre di cacciatori pronte, ma spesso la legge lega le mani”.

“La proliferazione degli ungulati – spiega il vicepresidente Piana – è un fenomeno nazionale di lungo periodo, frutto dell’abbandono progressivo degli areali agricoli meno produttivi, che si sono trasformati in boschi o macchia mediterranea, creando così le condizioni ottimali ad esempio per la diffusione dei cinghiali. Anche nell’ultima commissione Politiche agricole si è discusso delle stesse problematiche in merito al sit-in odierno ipotizzando una strategia nazionale da perfezionare insieme ai ministeri per arginare i problemi di incolumità pubblica, oltre a tutelare il lavoro di agricoltori e allevatori. Nella predisposizione del prossimo Psr (programma di sviluppo rurale) Regione Liguria cercherà di destinare sempre più risorse per recinzioni, dissuasori e prevenzione”.

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