Controlli soft

Spiagge libere, a Genova addio numero chiuso ma bisogna rispettare un metro di distanza

Partito lo scorso weekend il "monitoraggio dinamico": i volontari segnaleranno eventuali assembramenti alla polizia locale

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Genova. Il nuovo sistema è partito alla chetichella durante il weekend appena trascorso, e il fatto stesso che nessuno se ne sia accorto può essere interpretato come un segnale positivo. Quest’estate, con la Liguria in zona bianca, le spiagge libere genovesi non saranno a numero chiuso come invece accadeva l’anno scorso e come si ipotizzava fino a poche settimane fa. Niente app SpiaggiaTi, niente segnaposti per gli ombrelloni, niente presidio fisso agli ingressi: solo una squadra di volontari che fa avanti e indietro sul lungomare per segnalare eventuali assembramenti.

“Abbiamo già cominciato questo weekend con un monitoraggio dinamico sulle spiagge e non abbiamo notato alcun problema – spiega il consigliere delegato alla Protezione civile Sergio Gambino -. In caso di criticità, i volontari avviseranno la polizia locale che interverrà per chiudere l’accesso alla spiaggia in modo da non far entrare altre persone. Il sistema sarà attivo solo il sabato, la domenica e nei festivi con turni di 8 volontari della protezione civile e delle associazioni. Ma ci daranno una mano anche i gestori degli stabilimenti vicini”.

Dunque la scelta è ricaduta su un meccanismo molto più snello, complici due fattori. Da un lato la mutata situazione epidemiologica, con una circolazione del virus ridotta al minimo e studi scientifici che confermano la bassissima probabilità di contagio all’aperto. Dall’altro la constatazione che nell’estate 2020 i casi di “eccesso di domanda” rispetto ai posti disponibili non erano così frequenti e anzi, su alcune spiagge – specie quelle del Ponente – alcuni stalli restavano sempre vuoti.

Ovviamente non significa che si potrà andare al mare senza regole: anche sulle spiagge libere bisognerà rispettare un metro di distanza tra gli asciugamani delle persone non conviventi. “È evidente che la valutazione sarà soggettiva, verrà usato un po’ di sano buonsenso – precisa Gambino -. Il volontario sarà una sentinella, poi spetterà alla polizia locale decidere di intervenire o meno“. In tal caso non si tratterà di fare multe, ma di impedire temporaneamente l’accesso agli arenili e sciogliere gli assembramenti veri e propri

Il monitoraggio sarà effettuato su tutte le spiagge pubbliche, comprese quelle più piccole (come Capolungo nell’estremo levante) che, non prevedendo il numero chiuso, venivano spesso prese d’assalto col risultato di cancellare le distanze minime tra bagnanti. In diversi casi – ad esempio Multedo e San Giuliano – saranno i gestori di stabilimenti e attività di ristorazione a fare da vedette anti-assembramenti. In cambio, come avveniva già l’anno scorso, il Comune concede loro di noleggiare ombrelloni e lettini anche agli utenti delle spiagge gratuite.

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