Genova. Sabato 12 giugno dalle 16,30 torna il Liguria Pride. L’appuntamento è in piazza De Ferrari per celebrare il Pride Month, il mese dedicato all’orgoglio. Lo annuncia il coordinamento Liguria Rainbow.
“Saremo in piazza per godere della presenza, del riconoscimento, della visibilità e del potere di esprimerci, con i nostri corpi, senza pregiudizi” scrivono gli organizzatori in una nota.
“Saremo insieme a chiedere che il DDL Zan sia approvato dal Senato, così come è stato approvato dalla Camera – spiegano – Se questa proposta di legge naufragasse, infatti, molte persone si sentiranno più vulnerabili, saranno più facilmente oggetto di intimidazione, scherno ed insulto, e questo perché le istituzioni avranno scelto di non tutelarle, di non riconoscere i loro diritti, in primis il diritto all’esistenza e alla pari dignità”.
Non si tratta per gli organizzatori di “questioni astratte, ideologiche o accademiche bensì azioni capaci di incidere significativamente nella vita delle persone: le unioni civili, ad esempio, hanno rappresentato per tante persone LGBT+ la legittimazione a non dover nascondere il proprio orientamento sessuale nel quotidiano personale e lavorativo. Alcune hanno usufruito del congedo per la luna di miele, tante si sono sentite accolte da parenti, colleghi e vicini di casa, quegli stessi a cui avevano, fino a quel momento, taciuto la propria identità”.
Gli obiettivi della manifestazione sono riassunti dal coordinamento in otto punti che hanno come bersaglio la pubblica amministrazione che, dicono “non amministra in nostro nome quando”:
1. ricorre in appello per togliere una madre a dei bambini/e ed esulta quando vince il ricorso
2. minaccia di commissariare i Municipi che sostengono le nostre iniziative (come accaduto nel 2019)
3. istituisce e finanzia l’inutile “Agenzia della famiglia” e nulla ha fatto per facilitare la didattica in presenza nelle scuole
4. decide di chiudere la “Città dei Bambini” mascherando il disinvestimento relativo allo spazio e al personale con un trasferimento dalle tinte opache
5. elimina l’Assessorato ai Servizi Sociali, affidando la delega ad un Consigliere, tanto ha a cuore le famiglie in difficoltà e i minori
6. istituisce un “Registro delle famiglie” per legittimare e sostenere un unico e minoritario modello familiare
7. approva campagne pubblicitarie contro le donne che usufruiscono della legge 194 scegliendo di incolpare le donne per la crescita della denatalità e, nello stesso tempo, non si occupa della migrazione dei/delle giovani che a migliaia vanno a studiare e lavorare in altre regioni o paesi.
8. vota contro il sostegno al DDL Zan, perché la tutela delle persone LGBT+ non rientra nell’agenda di questa Giunta, che parla a sproposito di incremento delle pene se i rei sono poveri, migranti e malati psichiatrici, ma quando si tratta di uomini “normali”, allora invoca il “nessuno tocchi Caino”.