Genova. A quasi tre anni dal disastro di Ponte Morandi, che provocò la morte di 43 persone e innumerevoli danni per l’economia e la vita di Genova, sono pronte le richieste di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul crollo. Lo riporta l’agenzia Ansa.
Proprio nelle prossime ore la Procura di Genova, che indaga sulla inchiesta madre di tante altre indagini sulla gestione delle infrastrutture da parte di Aspi e delle istituzioni, invierà al giudice per l’udienza preliminare gli atti per fissare l’udienza.
Sono una decina le posizioni stralciate per nuovi approfondimenti di indagine. A fine aprile la procura aveva chiuso le indagini per 69 indagati, tra ex dirigenti e tecnici di Aspi e Spea (la controllata che si occupava delle manutenzioni), del ministero delle Infrastrutture e del Provveditorato delle opere pubbliche, oltre alle due società.
Le accuse vanno dall’omicidio stradale, all’omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Per gli investigatori, tutti sapevano che il Morandi era in cattive condizioni e che bisognava intervenire con lavori di ripristino. Ma secondo l’accusa quei lavori vennero rinviati nel tempo per seguire la logica del massimo profitto con la minima spesa e dare maggiori dividendi ai soci.