Genova. Qualcosa non ha entusiasmato a giudicare dall’accoglienza finale riservata dal numeroso pubblico al debutto assoluto del Sogno di una notte di mezza estate al Festival di Nervi ieri sera.
L’inaugurazione della kermesse, con i discorsi entusiastici sulla ripartenza anche di eventi come questo da parte del sovrintendente Claudio Orazi, del sindaco Marco Bucci e del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, ha disorientato qualche spettatore e conquistato altri.
Lo spettacolo, durato circa un’ora e cinque minuti, prevedeva l’esecuzione della composizione di Felix Mendelssohn-Bartholdy presentata per la prima volta nel 1843 proprio come musica di scena legata all’opera shakespeariana.
Promossa l’esecuzione dell’orchestra, diretta da Roland Böer: tutto è filato via liscio, marcia nuziale compresa (lo sapevate che il celebre brano suonato ai matrimoni arriva da qui?). La musica di Mendelssohn è un piacere per le orecchie, ma lo è stato anche per gli occhi grazie ai suggestivi e calzanti i video di D-Wok proiettati sul maxi schermo alle spalle dei musicisti e del coro, impreziosito dalle soliste Giorgia Rotolo, soprano, e Carlotta Vichi, mezzosoprano.
L’atmosfera dei parchi di Nervi è notevole e davvero unica. Un palcoscenico naturale che esalta il ricco programma del Festival: mare sullo sfondo e verde tutto attorno. Un palcoscenico davvero invidiabile.
All’epoca era quasi abituale l’uso dei cosiddetti melologhi: pezzi dove la musica strumentale accompagna e commenta la recitazione degli attori. In questo caso è forse questa parte ad aver incontrato in modo minore il favore della platea. La voce narrante di Caterina Murino, nella regia di Allex Aguilera (da un’idea di Davide Livermore), è stata impostata per essere molto sopra le righe, ricorrendo spesso a uno schiocco di lingua ammiccante che può non avere convinto pienamente parte del pubblico. Un pubblico, occorre dirlo, che a volte si distraeva, soprattutto nelle retrovie, estraendo il cellulare.
Altra considerazione da fare è che per chi è arrivato allo spettacolo senza conoscere per intero la commedia shakesperiana (qualche commento ci è arrivato alle orecchie), il melologo non aiutava a capire troppo la vicenda e anche se questo è un problema che prescinde la messa in scena in questione, ci sentiamo comunque di lanciare una riflessione costruttiva in merito: un breve testo stampato sul programma di sala presente in ogni sedia a disposizione del pubblico avrebbe aiutato.
Davanti alle biglietterie alcuni rappresentanti sindacali (Cgil-Slc, Uilcom, Fials, Snater) hanno distribuito un volantino di contestazione contro l’attuale amministrazione del Teatro: sotto accusa la gestione giudicata miope e sorda, l’eccessivo costo dei dirigenti che pone il teatro cittadino fra i primi cinque in Italia (mentre è all’ultimo posto nella classifica del Fus), l’organico ai minimi storici, la programmazione inadeguata e autoreferenziale.