Dalle 11

Mutilazioni genitali femminili, un convegno il primo luglio al Ducale

Lo organizza l'ospedale San Martino: "Ferite nascoste. Le Mutilazioni Genitali Femminili tra rito e offesa"

bambine africane

Genova. L’Ospedale Policlinico San Martino ha organizzato il convegno ‘Ferite nascoste. Le mutilazioni genitali femminili tra rito e offesa’, in programma giovedì 1° luglio, a partire dalle 11, nella sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.

Su un tema così delicato, complesso e in parte tabù, sensibilizzazione e formazione sono cruciali per consentire a professionisti della salute, operatori sociali, volontari ma anche semplici cittadini di creare sinergie a tutela delle donne immigrate presenti sul territorio ligure.

Nella nota diffusa dall’ospedale si legge: “Convinti che l’approccio multidisciplinare rappresenti un valore aggiunto nel contrasto alle mutilazioni genitali femminili, il convegno vedrà la partecipazione di professionisti con competenze complementari, in prima linea in diversi settori”.

In apertura la giornalista franco-italiana Véronique Viriglio presenterà una mappatura delle mutilazioni genitali femminili, riportandone numeri, cambiamenti e sfide. La scrittrice, regista e attrice franco-algerina Nadia Kibout restituirà con voce vibrante le testimonianze di alcune donne ferite nel corpo e nell’anima. L’antropologa e attivista italo-somala Maryan Ismail indagherà la pratica nella prospettiva dell’antropologia di genere, arricchendo il suo intervento con la sua personale battaglia a tutela di ragazze e donne africane, portata avanti a livello istituzionale e giuridico, sia italiano che europeo.

Nella seconda parte interverranno ginecologi e psicologi – Antonella Ferraiolo, Fabio Barra, Anjeza Xholli, Gabriella Biffa – che sulla base delle loro dirette esperienze in ambito sanitario affronteranno le conseguenze cliniche e psicologiche delle mutilazioni genitali femminili.

Infine, l’avvocatessa Lorenza Rosso farà il punto sulle leggi internazionali e italiane che tutelano donne e ragazze nel rispetto delle culture e civiltà.

L’evento ospiterà inoltre la mostraLa mia Wildlife’ del fotografo Marco Urso. L’autore, con i suoi scatti, vuole mostrare la poesia della ‘luce africana’ che spesso diventa magica per i suoi colori caldi e che fa da contorno a situazioni di vita spesso antitetiche, ma che rispondono alla logica della natura.

L’iscrizione al convegno è gratuita e comprende la partecipazione ai lavori scientifici, con possibilità di accreditamento Ecm. L’evento potrà essere seguito in presenza, per un massimo di 100 partecipanti, oppure in diretta streaming. Per l’iscrizione e per maggiori informazioni cliccare qui. L’evento è stato organizzato grazie ai fondi finalizzati previsti dalla legge 9 gennaio 2006 n. 7 sulle ‘Disposizione concernenti la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile’.

Salvatore Giuffrida, direttore generale dell’Ospedale Policlinico San Martino: “Con la ripresa dell’attività convegnistica nel Paese e nella nostra città, anche il San Martino riparte, proponendo un convegno in presenza su un tema rilevante e attuale come quello delle mutilazioni genitali femminili, trattato da relatori autorevoli. L’argomento, difficile da spiegare e comprendere, ha a che fare con la vocazione prima dell’ospedale, l’accoglienza: chi porta, nascoste, ferite non solo del corpo, porta anche una storia di donna che dobbiamo, con sensibilità e rispetto, imparare ad accogliere. Con la speranza che da questo incontro possa nascere un’attenzione nuova verso una realtà che non possiamo ignorare”.

Claudio Gustavino, direttore dell’Unità Operativa Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Policlinico San Martino aggiunge: “Al convegno abbiamo voluto dare anche un sottotitolo, ‘Le Mgf tra rito e offesa’, per sottolineare che esiste un confine, sottile ma ineludibile, tra il rispetto necessario per culture diverse e quello dovuto alle donne, lontane o vicine che siano. Su quel crinale noi vorremmo promuovere conoscenze e consapevolezze che consentano di avvicinare e comprendere, nell’intento di aiutare bambine, figlie di un sentire lontano a poter essere libere di conservare la propria integrità di donne. In questo senso va anche il messaggio della ministro Bonetti, che, nel suo saluto ai convenuti, affidato a un video appositamente registrato, ha voluto rimarcare come quell’integrità sia premessa per un’autentica parità di genere”.

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