Genova. Dopo un avvio burrascoso e qualche giorno di tregua, il primo weekend senza coprifuoco si conferma critico per la gestione della movida nel centro storico di Genova, nonostante il Comune non abbia mai ritirato le ordinanze per le zone più critiche. Il venerdì sera ha riportato alla ribalta assembramenti, schiamazzi ed episodi di violenza.
Il più grave in piazza Dante, quando alcuni giovani, probabilmente ubriachi, si sono affrontati in una rissa intorno alle 4 del mattino. Sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia locale che a loro volta sono stati minacciati e aggrediti.
Un’altra aggressione ai danni della polizia locale è avvenuta in via Canneto il Lungo, dove gli agenti erano intervenuti perché un uomo e una donna si stavano accapigliando. Un commissario è stato aggredito alle spalle da un giovane che l’ha preso a pugni e l’intera squadra è stata poi accerchiata da un gruppo di ragazzi. L’aggressore è stato arrestato.
Da registrare anche un falso allarme bomba in piazza Matteotti in tarda serata. A destare l’allarme uno zainetto abbandonato, fatto brillare dagli artificieri della polizia: per fortuna conteneva solamente vestiti.
Dunque sembrano non sortire effetti le due principali contromisure adottate: da una parte il rafforzamento dei controlli, con circa 30 agenti della polizia locale in giro per i vicoli insieme alle forze dell’ordine, dall’altra gli steward ingaggiati dagli esercenti del Civ, personale che tuttavia concentra la propria azione in piazza delle Erbe, la zona più tranquilla, mentre in San Donato, piazza Ferretto e salita Pollaiuoli le scene di delirio collettivo si sono ripetute.
“Oggi ho imparato che le regole non valgono per tutti, ovvero, valgono per me e per i miei colleghi che lavoriamo in modo corretto, che ci facciamo il mazzo e che ci dobbiamo pure pagare la sicurezza privata per arrivare fino alla fine della serata – è l’amaro sfogo di Marina Porotto, esercente e residente di piazza delle Erbe oltre che presidente del Civ -. Per chi lavora di merda, vende alcolici di merda, spaccia merda ai ragazzini, per chi se ne frega di dove lavora e pensa solo a guadagnare sull’ingenuità dei minorenni, se ne frega che la gente dorma o meno o se il quartiere diventa un pisciatoio allora niente: si continua tranquilli senza distanze, senza mascherine, senza orario, senza ritegno. Senza orario, basta vendere sotto banco, a porte chiuse, a saracinesca abbassata. Le regole non sono uguali per tutti, davvero. Si perderà il buono, sia di abitanti che di locali, e resterà il vuoto, a cui molte parti del centro storico sono già tristemente abituate”.
La speranza è che nelle prossime settimane le masse di giovani si spostino dai vicoli verso il mare, come succede tradizionalmente durante l’estate, anche se la parziale chiusura delle discoteche per il momento rende meno attrattivo il litorale cittadino.