Genova. Esattamente 75 anni fa si teneva il primo referendum a suffragio universale nel nostro Paese, consultazione che avrebbe sancito la nascita della Repubblica italiana. Una ricorrenza che viene festeggiata anche a Genova con la tradizionale cerimonia a palazzo Doria Spinola, sede della Prefettura.
Sono complessivamente 27 i cittadini che sono distinti negli anni per l’impegno costante, i meriti lavorativi acquisiti e la dedizione verso iniziative sociali e umanitarie premiati oggi durante la celebrazione. La cerimonia, nel rispetto delle normative anti Covid-19, è iniziata alle 10.30 con l’alzabandiera e la lettura del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Il prefetto Renato Franceschelli ha proceduto poi alla consegna delle Onorificenze al Merito della Repubblica Italiana. Tra i riconoscimenti operatori di professioni sanitarie, forze di polizia, del soccorso pubblico e del volontariato “che – si legge nella nota della prefettura – hanno assicurato il loro prezioso impegno per far fronte alle criticità legate al contesto emergenziale epidemiologico”. Il prefetto, inoltre, ha consegnato delle medaglie d’onore per i cittadini deportati e internati nei lager nazisti.
“La concezione di un bene comune, più importante di ogni particolarismo, ci ha portato ad essere convintamente parte della Unione Europea, elemento imprescindibile della nostra stessa identità nazionale”, ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al corpo diplomatico accreditato in Italia.
“La terribile esperienza della pandemia e dei suoi effetti ha reso evidente la profonda interdipendenza dei destini dei nostri popoli: soltanto efficaci forme di coordinamento si sono dimostrate utili per contrastarla e sconfiggerla”. Ha proseguito Mattarella. “Questa cooperazione sostiene le opportunità offerte da una nuova stagione di ripresa e rinascita, civile ed economica. Un nuovo inizio per una comunità internazionale che voglia affrontare con successo le sfide della sostenibilità dei modelli di vita e della lotta alle disuguaglianze – ha aggiunto -. Mi permetto di invitare, a questo fine, a trovare le tante ragioni di un impegno condiviso, che non attenua le differenze, ma unisce gli sforzi di tutti contro i nemici dell’umanità”.
“Il progresso realizzato dalla Repubblica Italiana in questi settantacinque anni è stato straordinario. Ci ha accompagnato una condivisione di valori e di prospettiva con le numerose nazioni con cui abbiamo cooperato. E’ questa dimensione del multilateralismo – radicata nella nostra Costituzione – che ha espresso l’autentica vocazione del nostro Paese: contribuire a realizzare un mondo in pace, in cui i diritti della persona e dei popoli trovino piena attuazione, secondo regole assunte dalla comunità internazionale. Si tratta di diritti inalienabili e indivisibili. Ogni atto di forza contro di essi danneggia la causa della pacifica coesistenza e del sereno sviluppo di relazioni basate sul rispetto del diritto internazionale”.
“La nascita della Repubblica Italiana, nel 1946, segnava anch’essa un nuovo inizio: la edificazione di una casa comune, basata sulla libera sottoscrizione di un patto di cittadinanza da parte dei cittadini e, per la prima volta, delle cittadine. Sulle macerie il popolo italiano, i popoli d’Europa, i popoli del mondo, si proposero di non ripetere gli errori del passato. Non sempre vi siamo riusciti. Ma la spinta alla rinuncia della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali, è stata allora, e rimane, robusta e forte. E’ un disegno incompiuto, per il quale moltiplicare gli impegni comuni. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica Italiana”. Con questa riflessione il presidente ha chiuso il suo discorso al corpo diplomatico accreditato in Italia riunito nel cortile d’onore del Quirinale.