Genova. “Stiamo provando a organizzare alcune giornate ad accesso diretto anticipando la seconda dose” di Pfizer o Moderna “ai 21 giorni, che è quanto si può fare secondo le direttive di Aifa ed Ama, il che comporta di riuscire a effettuare il richiamo prima di agosto“. È questa la strategia del governatore Giovanni Toti per recuperare lo sprint su una campagna vaccinale entrata in difficoltà alle soglie dell’estate. Non per mancanza di dosi o di personale, ma perché a scarseggiare sono le prenotazioni.
“Per la prima volta abbiamo slot vaccinali liberi nelle prossime settimane“, c0nferma Toti intervistato a Mattino 5. Le ragioni sono molteplici: “Credo ci siano più fattori – continua il presidente -. Un po’ il calare della paura, perché abbiamo già vaccinato le categorie più a rischio. I casi drammatici che ci sono stati dopo gli open day, con un’ondata emotiva che ha portato da una parte a sospenderli e dall’altra a qualche diffidenza in più. Sicuramente il Covid gira molto meno: i contagiati si contano sulle dita di una mano. E certamente influiscono le vacanze”.
Sì, perché chi si dovesse vaccinare nei prossimi giorni con Pfizer o Moderna (e questi, lo ricordiamo, sono oggi gli unici due vaccini disponibili per gli under 60), rispettando il richiamo fissato a 42 giorni, dovrebbe ripresentarsi al centro vaccinale nel bel mezzo di agosto, magari proprio durante le ferie estive. Una circostanza che, in assenza di protocolli per vaccinarsi in vacanza (fanno eccezione per ora Liguria e Piemonte che partiranno la settimana prossima), induce molti a rimandare l’iniezione a dopo l’estate. E questo preoccupa gli epidemiologi già allarmati dalla diffusione delle nuove varianti.
Così la linea d’azione della Regione potrebbe concentrarsi proprio sul tema dei richiami. Già oggi capita che alcuni hub per ragioni organizzative chiedano di anticipare la somministrazione della seconda dose. L’ideale sarebbe fissare per tutti la scadenza a 21 giorni nella speranza di convincere più persone a prenotarsi, magari mettendo sul piatto la possibilità ottenere il green pass “completo” (non tutti i Paesi, infatti, riconoscono come valida la vaccinazione con una sola dose) prima della partenza per le vacanze.
Dopodiché rimangono due mosse da mettere in campo: una nuova campagna di comunicazione per convincere i più recalcitranti a vaccinarsi – Toti l’ha annunciata giorni fa ma per ora non c’è nulla pronto a partire – e una pressione a livello nazionale su parlamentari e garante della privacy perché i medici abbiano accesso all’anagrafe sanitaria in modo da poter contattare telefonicamente i propri assistiti non ancora vaccinati ed esercitare così una sorta di moral suasion sulla popolazione.
Del resto, che la Liguria abbia rallentato rispetto alle fasi più critiche della campagna vaccinale è evidente dalle statistiche comparate. Secondo dati raccolti dalla fondazione Gimbe, nella nostra regione ha ricevuto almeno una dose di vaccino il 54,2% della popolazione, appena sopra la media nazionale (54,1%) ma tutto sommato non così distanti dai primi posti occupati da Molise (57,1%) e Lombardia (56,7%). D’altra parte la Liguria è tra le migliori per cittadini vaccinati a ciclo completo (30,6%, meglio solo il Lazio al 31%).
La classifica appare tuttavia impietosa se si guarda alla fascia 70-79 anni per cui la Liguria occupa il quintultimo posto: 83,2% di vaccinati con almeno una dose (media nazionale 87,1%), di cui però il 58,4% a ciclo completo (a fronte di una media nazionale del 48,9%). Percentuali che, per quanto comunque elevate, scontano da un lato la forte prevalenza di anziani rispetto alla popolazione e dall’altro la diffidenza verso AstraZeneca che fino a poche settimane fa, prima che si potesse scegliere Pfizer o Moderna, era l’unico vaccino somministrabile in questa categoria anagrafica.