Sanità

La denuncia della Fials: “Agli eroi del Covid indennità non pagate, vergognatevi tutti”

Il sindacato proclama lo stato di agitazione: "Noi lavoriamo e nessuno ci paga"

Generica

Genova. “Da mesi siamo impegnati nella campagna vaccinale. Il contratto nazionale e le leggi dello Stato prevedono che a fronte del lavoro eseguito vengano pagate le relative indennità legate alla presenza. Per avere queste retribuzioni nel 2020 abbiamo dovuto attendere mesi e oggi, da gennaio a maggio 2021, con i reparti pieni di Covid, i pronto soccorso e le rianimazioni in tensione, e la domiciliare con migliaia di casi da seguire, le indennità non vengono pagate. Vergognatevi tutti, aziende e istituzioni“. È quanto denuncia il sindacato degli operatori sanitari Fials, che annuncia lo stato di agitazione per il settore. ”

Ci hanno chiamato eroi mentre la tragica imprevidenza dei manager della sanità e delle istituzioni, ci lasciava a mani nude, senza mascherine, senza Dpi, senza rianimazioni, a fronteggiare un virus mortale – ricorda la Fials – Hanno inventato un cosiddetto premio Covid di poche centinaia di euro che per altro molti di noi non hanno mai ricevuto e continuano a non ricevere. Hanno promesso assunzioni che sono diventate contratti precari e che non hanno neppure compensato i pensionamenti. Abbiamo lavorato, abbiamo dato e diamo il meglio. Ci hanno bloccato le ferie, ci hanno negato i permessi (anche la 104 per assistere i nostri anziani), ci hanno costretto al lavoro nelle condizioni, anche personali, più critiche. Unici, in tutto il mondo del lavoro, con il divieto di malattia se non a tampone positivo. Abbiamo dovuto protestare per avere (in ritardo), i tamponi e i sierologici che però venivano vergognosamente negati ai nostri familiari a riprova della mancanza di un minimo di logica preventiva. Hanno trasformato per legge le mascherine chirurgiche in Dpi e hanno avallato forniture di mascherine e Dpi pericolosi e non idonei. Avevano garantito il rinnovo di un contratto nazionale (scaduto il 31 dicembre 2018) che nessuno ha ancora visto”,

“Nonostante il Covid, nonostante le promesse, ci ritroviamo nelle aziende a dover contrastare le posizioni più assurde e retrive di una burocrazia ministeriale, regionale e aziendale che a cascata rovescia norme e interpretazioni con il solo scopo di impedire che nella contrattazione aziendale venga riconosciuto a tutti un aumento medio di 60 euro lordi mensili (uno scatto di fascia per tutti). Le loro circolari, probabilmente scritte in smart working da qualche rifugio sicuro, ribadiscono l’assurdo: niente soldi nei fondi contrattuali aziendali, niente aumenti se questi sono generalizzati per tutti gli eroi del Covid. Il diktat ministeriale impone ‘selezione’ con pagelline di merito, schede e schedature, graduatorie e forse, (ammesso e non concesso che ci siano le risorse), l’eventuale aumento di fascia da limitare rigorosamente al 50% massimo degli aventi merito (valutati positivamente in pagellina e senza farsi scrupolo se ad essere esclusi saranno proprio gli eroi). Fa specie (ma neanche troppo), che a restare sedotti da tanto scempio siano anche i sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Nursing che si lamentano delle norme ma non mancano mai di firmare accordi aziendali e regionali indecorosi e avallare tutto quanto”.

“Perché dobbiamo aspettare mesi e mesi per avere ciò che ci spetta? Il Governo ha stanziato centinaia di milioni per garantire l’assistenza covid e le vaccinazioni. Nonostante ore e ore spese in inutili incontri sindacali, noi lavoriamo e nessuno ci paga!”. Ma la Fials prende di mira anche la Regione: “Con la solita faccia tosta che contraddistingue questa giunta, i suoi funzionari ci ripetono ‘l’impegno da parte delle istituzioni a fornire risposte concrete nel più breve tempo possibile’. La Regione incolpa il Governo, le direzioni aziendali scaricano sulla Regione, e tutti insieme presentano il conto ai lavoratori. Alcuni sindacati denunciano di non riuscire ad ottenere nulla. Senza mobilitazioni è perfino normale che nulla si ottenga”, conclude il sindacato.

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