L'intervista

Fiom di Genova, un impiegato a capo delle “tute blu”: il nuovo segretario è Stefano Bonazzi

"Svolta storica? Assolutamente no, bensì continuità con il lavoro fatto dalla Fiom in questi anni"

stefano bonazzi

Genova. Quarantatre anni di cui 24 passati in Leonardo dove è entrato a 19 anni quando ancora si chiamava Elsag, prima come precario e poi con contratto a tempo indeterminato. Iscritto alla Fiom dal 2002 e delegato dal 2008 Stefano Bonazzi è da oggi il nuovo segretario generale della Fiom genovese. E’ stato eletto dall’assemblea generale delle tute blu della Cgil genovesi riunite alla sala chiamata al porto alla presenza della leader nazionale Francesca Re David.

– Un impiegato e non un operaio. Una svolta storica…
Più che una svolta è una conferma del lavoro fatto dalla Fiom di Genova in questi anni, che è su questo un modello a livello nazionale. A Genova la Fiom ha lavorato bene per anni su una serie di aziende da Hitachi a Siemens da Leonardo ad Ansaldo Energia dove abbiamo delegati che hanno fatto un ottimo lavoro. Basti vedere con Leonardo dove, come si è visto con lo sciopero di qualche giorno fa, siamo riusciti a portare a sfilare per le strade 300 persone che sono tecnici, impiegati e quadri.

– Cambia il mondo del lavoro e cambia anche la Fiom?
Indubbiamente la composizione della classe operaia è cambiata in questi anni e le aziende ad alta tecnologia che impiegano prevalentemente tecnici e laureati sono aumentate. Questo non significa affatto che diminuendo gli operai in senso classico la Fiom voglia occuparsi meno di loro ma al contrario che il modello genovese di una Fiom militante consente di rapportarsi con ingegneri, tecnici, operai della grande azienda come con gli operai degli appalti che sono spesso lavoratori immigrati. E riesce a tenere insieme tutto questo. Diciamo che la Fiom prova a tenere insieme quello che il mercato tradizionalmente divide

– La distinzione tra operai in senso classico e tecnici è meno netta?
Indubbiamente la distinzione classica tra operaio e quadro è oggi molto più fluida perché gli stessi impiegati si stanno proletarizzando progressivamente in termini di reddito e di garanzie. Ed è per questo che il lavoro che sta facendo la Fiom è fondamentale

– Grondona e Manganaro che eredità lasciano a un giovane segretario?
Mi lasciano un metodo di lavoro e un approccio al lavoro sindacale con cui di fatto sono cresciuto in tutti questi anni. Dopo aver fatto il delegato da due anni sono in segretaria come responsabile delle aziende ingegneristiche e con Bruno e Franco ho lavorato fianco a fianco. I consigli? Si bevono come il latte.

– Per Genova si riaffaccia la vertenza Ilva…
La questione Ilva è senza dubbio l’elemento più caldo che al momento dipende soprattutto da fattori esterni come la sentenza attesa del consiglio di Stato che potrebbe portare il Governo a ulteriori decisioni. Quello che è certo è che l’acciaio è fondamentale per tutto il Paese e lo stabilimento di Genova va difeso a tutti i costi, indipendentemente da quello che accadrà a Taranto.

– Novità per Leonardo?
Ieri sera l’azienda ha ribadito di voler cedere l’automazione, una scelta non strategica come dicono loro bensì solo per far cassa, noi non ci stiamo Ribadiamo lo stato di agitazione e chiediamo subito un incontro a Genova o a Roma.

– La fine del blocco dei licenziamenti quanto può impattare a Genova?
Per quanto riguarda il nostro settore diciamo che ci sono comparti dove il mercato è andato avanti e lo sblocco non dovrebbe avere nessun tipo di conseguenze, altri invece che potrebbero pagare pegno e su questo noi siamo pronti a lottare come abbiamo sempre fatto.

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