La protesta

Ex Ilva, secondo giorno di sciopero blocchi a Cornigliano: lettera all’azienda per chiedere di sospendere la procedura di cassa fino a lunedì fotogallery

Lunedì confermato l'incontro con il ministro Orlando che sarà a Genova per un'iniziativa di partito, ma per ora le proteste vanno avanti

Genova. Secondo giorno di proteste per i lavoratori ex Ilva con un nuovo blocco della strada a mare Guido Rossa e poi della rotonda di via Cornigliano e il contemporaneo blocco del varco merci dello stabilimento di Cornigliano.

Lo ha deciso l’assemblea dei lavoratori che si è tenuta alle 7 davanti ai cancelli dello stabilimento in vista di una nuova lunga giornata di lotta e di attesa. Le segreterie di Fiom, Fim e Uilm invieranno all’azienda una lettera formare di sospensione della procedura di cassa integrazione in attesa dell’incontro con il ministro del lavoro Andrea Orlando annunciato per lunedì a Genova, dove Orlando era già atteso per un’iniziativa della fondazione Diesse.

Ieri dopo una lunga giornata di telefonate tra Genova, Roma e Catania (dove si sta svolgendo una riunione del G20) l’unico passo avanti è stata la conferma dell’incontro di lunedì, insieme alla notizia, diffusa all’Adnkronos secondo cui il ministro del lavoro avrebbe chiesto all’Inps di essere informato su quando l’azienda avrebbe fatto richiesta formale di cigo e di essere aggiornato sulla valutazione che l’istituto farà circa la sussistenza dei requisiti.

“E’ del tutto assurdo che il ministro del Lavoro non sappia che un’azienda su cui il Governo ha il 50% del diritto di voto ha chiesto la cassa integrazione in tutta Italia e che nessuno possa dire alla Morselli di sospenderla perché questo di fatto abbiamo chiesto, di sospenderla per qualche giorno in attesa dell’incontro” dice Bruno Manganaro che, nonostante abbia passato l’incarico di segretario della Fiom al collega Stefano Bonazzi, è in piazza da ieri mattina con i lavoratori dell’ilva ed è pronto al secondo giorno di blocchi sotto il sole

Domenica 27 giugno scadono infatti i 25 giorni previsti dalla legge per tentare un accordo sindacale sulla cigo, accordo che se non viene raggiunto non è vincolante per l’azienda che da lunedì potrebbe decidere autonomamente e con il solo parere dell’Inps di mettere in cassa integrazione i 981 operai di Cornigliano.

Oggi quindi si apre un altro giorno difficile per i cittadini che dovranno spostarsi tra il centro e il ponente. Ieri non è mancata la solidarietà ma nemmeno qualche episodio di nervosismo tra gli automobilisti e i camionisti in coda: “Capiamo l’impazienza dei cittadini e sappiamo che stiamo creando disagi ma siamo costretti a scendere in strada e a renderci visibili a causa dell’arroganza di Arcelor Mittal e dell’incapacità del Governo. Dobbiamo difendere il reddito e i posti di lavoro di oggi ma anche quelli di domani”.

“Sono giornate lunghe e pesanti – ha detto il coordinatore dell’rsu Armando Palombo davanti all’assemblea dei lavoratori – però oggi facciamo questo ennesimo atto di cui il Governo deve rendersi conto. Domani entriamo a lavorare, ma venerdì dobbiamo essere decisi e pronti a smascherare i servi e i complici. Dobbiamo andare decisi in prefettura. Chi non se la sente resti dietro, la prima fila davanti compatti con l’elmetto. Succeda quello che succeda. Speriamo che questo messaggio arrivi forte e chiaro. Ci andiamo per difendere la siderurgia”.

Il corteo di questa mattina è arrivato sulla Guido Rossa, preventivamente chiusa dalla polizia locale, è stato aperto da un grande striscione con un messaggio chiaro: “Governo servo, complice di Mittal“.

Dopo una ‘passeggiata’ sulla Guido Rossa il corteo si è poi diretto all’incrocio con via Cornigliano dove i lavoratori si sono fermati dando vita a un presidio.

“Ai cittadini diciamo che pensiamo che questa sia una lotta di tutti – dice Palombo ai microfoni di Genova24 – Cornigliano è il nostro quartiere, dove sono cresciuti e abitano molti di noi e difendere la siderurgia sia una battaglia per tutta la città. Rispediamo al mittente la richiesta di Toti di sospendere le lotte, e chiediamo anche a lui di svegliarsi e svegliare il Governo perché Genova ha pagato anche troppo”.

Dopo una mezz’ora i lavoratori sono ripartiti in corteo per attraversare via Cornigliano e tornare a bloccare la Guido Rossa, poi – nuovo cambio di programma – e il ritorno in via Cornigliano, con corteo e presìdi.

“Ci dispiace per i disagi – dice Nicola Appice della Fim Cisl – ma banalmente ci arrabbiamo perché crediamo che si possa trovare un punto di incontro con l’azienda ma abbiamo prima bisogno che il ministro ci dica che questo tipo di cassa integrazione è illegittima”. Per Fabio Ceraudo, delegato Uilm il problema “non sono le 13 ulteriori settimane di cassa integrazione bensì quello di garantire il futuro della siderurgia di questa città”.

 

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