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Ex Ilva, sindacati chiedono la sospensione della procedura in attesa dell’incontro con il ministro Orlando fotogallery

Il presidio nel pomeriggio si è spostato davanti ai cancelli della fabbrica in attesa di comunicazioni da parte del governo. Riapre al traffico via Guido Rossa dopo ore di caos

Aggiornamento ore 17. I lavoratori Ilva hanno deciso di spostare il presidio davanti ai cancelli della fabbrica in attesa di comunicazioni ancora non arrivate da parte del governo. Riapre al traffico via Guido Rossa.

Genova. Tornano in piazza i lavoratori dell’ex Ilva di Cornigliano dopo che l’azienda, oggi pubblico-privata, ha chiesto l’apertura di una procedura di cassa integrazione per tutti i 981 operai dello stabilimento genovese.

Una cassa integrazione ‘ordinaria’ che si concede per situazioni contingenti oppure per crisi di mercato. “E non c’è alcuna crisi di mercato che anzi chiede soprattutto la latta che facciamo a Genova” dicono da settimane i sindacati. Ieri dopo l’incontro con la direzione aziendale a cui hanno partecipato rsu e segreterie di Fiom, Fim e Uilm, è arrivata la fumata nera.

I lavoratori chiamano in causa il Governo: “Il governo – dice Armando Palombo . detiene il 50% dei diritti societari e il 38% del pacchetto azionario di questa azienda e non può tacere di fronte a questa richiesta. Mittal ora in Acciaierie Italia con la complicità del Governo manovra in una vicenda avvolta da nebbie pericolose per i lavoratori”.

“Se quando c’è il mercato mettono la gente in cassa integrazione, cosa fanno quando il mercato non ci sarà licenzieranno tutti?” tuona Bruno Manganaro della segreteria Fiom.

L’obiettivo della protesta è ottenere una convocazione a Roma da parte del ministro del lavoro Andrea Orlando: “Occuperemo la Guido Rossa, un strada che porta il nome di un operaio dell’Ilva e che è stata realizzata proprio dopo la chiusura dell’area a caldo – spiegano – e non ci muoveremo finché non la otterremo”.

“Se la convocazione non arriverà oggi torneremo domani e se non arriverà ancora faremo un corteo fino alla prefettura, ma non ci andremo con il cappello in mano – avverte Armando Palombo – ci andremo con i caschetti”.

Dopo un breve corteo la protesta si è trasformata in un presidio che occupa la strada a mare in entrambe le direzioni.

Sulla tratta e fino all’uscita della A10 a Genova Cornigliano si sono formate lunghe code. In questo momento è stata bloccata anche via della Superba, la strada interna al porto parallela alla Guido Rossa. I lavoratori, per rafforzare la protesta hanno anche incendiato alcuni pneumatici al centro della carreggiata.

“Abbiamo deciso di bloccare la Guido Rossa – aggiunge Christian Venzano, segretario generale Fim Cisl Liguria – perché vogliamo quelle risposte che mancano da troppo tempo e le vogliamo dal Governo come azionista di Acciaierie d’Italia. Il Ministro del Lavoro Orlando doveva venire in stabilimento una quindicina di giorni fa e dall’ora non abbiamo più avuto notizie, ci aspettiamo che oggi si faccia sentire e si pronunci su questa situazione che si è creata”.

Chi si reca a fare il vaccino, i sanitari, così come gli automobilisti che hanno problemi di salute vengono fatti transitare dallo speciale servizio d’ordine dei lavoratori. Il resto del traffico è bloccato.

Solidarietà ai lavoratori ex Ilva in piazza è arrivata dal segretario ligure della Uil Mario Ghini: “Ci devono dire se questo paese, tra i suoi fattori di sviluppo, ha ancora la siderurgia. Siamo al fianco dei lavoratori ex Ilva che, ancora una volta, devono battersi per poter lavorare. Assemblee, scioperi, manifestazioni: è un film già visto al quale la politica e i governi che si sono succeduti non hanno ancora saputo dare un adeguato finale che risponda alle esigenze del mercato interno e internazionale. Ci sono le professionalità, c’è la richiesta di acciaio, non pervenute, invece, soluzioni da parte del governo che tentenna. Dal territorio ci aspettiamo una risposta forte che vada nella direzione della piena occupazione e della piena produzione perché di assistenzialismo si muore e la Liguria ne sa qualcosa”.

“Il Governo deve uscire da questa situazione di grande incertezza e delineare un progetto serio perché mentre in Italia si produce poco acciaio, il paese importa 4 milioni di tonnellate di acciaio alla faccia della ripresa industriale – dice il segretario della Uilm Antonio Apa – e il ministro Orlando deve rendere esigibile quell’incontro che lui stesso aveva chiesto ai sindacati”.

I segretari di Fiom, Fim e Uilm sono stati convocati alle 11.30 in Prefettura, mentre il presidio prosegue e in mezzo alla Guido Rossa è stata anche montata una tenda per proteggersi dal sole (o dalla pioggia, più probabile).

Il prefetto ha dato la massima disponibilità a trovare una soluzione, ma al momento non è stato possibile contattare il ministro del Lavoro Andrea Orlando impegnato al G20. “Abbiamo chiesto che la procedura di cassa integrazione venga sospesa in attesa dell’incontro con il ministro – spiega il segretario genovese della Fiom Stefano Bonazzi – Abbiamo saputo che Orlando sarà fra l’altro a Genova lunedì 28 giugno e per noi andrebbe anche bene quella data ma per sospendere la protesta il Governo deve far sospendere la procedura di cassa da parte dell’azienda”.

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