Genova. Fischi e cori all’ingresso e all’uscita da parte di un gruppo di lavoratori rimasti all’esterno e un incontro freddo e diretto, durato quasi un’ora con i rappresentanti dell’rsu.
Così si è svolto questa mattina il confronto in fabbrica tra il ministro del lavoro Andrea Orlando e i rappresentanti dei lavoratori dell’ex Ilva che hanno ribadito al ministro la loro “rabbia” per la distanza che nei giorni scorsi hanno percepito da parte delle istituzioni. Se il ministro ha mantenuto l’impegno e oggi ci ha messo la faccia pur certo della contestazione (“ai cori risponderemo con i fatti” ha detto risalendo in auto), per gli operai di Cornigliano avrebbe dovuto fare di più la scorsa settimana e non limitarsi a un tentativo informale di chiedere a Lucia Morselli di fermarsi un attimo e di attendere qualche giorno, tentativo che come ha detto lui stesso stamani dopo il vertice in Prefettura non ha avuto una risposta positiva da parte di un’azienda “che non ha fra le sue priorità quella di non alzare la tensione”.
Al ministro sindacati ed Rsu avevano chiesto qualcosa di più di una telefonata informale: volevano una presa di posizione pubblica o una lettera formale a Mittal per chiedere la sospensione della cassa integrazione, volevano sentire il Governo vicino di fronte a quella che considerano “un’ingiustizia”: “Solo una posizione forte di questo tipo avrebbe significato per noi sentire la vicinanza del ministro perché, sebbene non ascoltata dall’azienda avrebbe messo comunque in campo qualche fibrillazione in più” ha spiegato il coordinatore dell’rsu Armando Palombo al termine dell’incontro a cui ha partecipato insieme ai delegati di Fim e Uilm Nicola Appice e Fabio Ceraudo.
“Gli abbiamo ricordato che i lavoratori non sono solo forza lavoro ma sono anche esseri umani che hanno famiglia, sentimenti, passione e a volte una presa di posizione forte serve anche a rincuorare gli animi che invece sono stati rincuorati solo dalla solidarietà tra di noi”.
Il prossimo incontro è fissato a Roma per l’8 luglio nel tavolo nazionale convocato a Roma per discutere il futuro degli stabilimenti anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato su Taranto: “Non è casuale – ha spiegato Palombo – perché è attesa per il 30 giugno la convocazione del Cda con l’ingresso dei nuovi membri nominati dal governo e da lì ci partire una nuova dialettica tra i soci. Secondo il ministro Orlando è necessario affrontare un piano industriale che abbia la sua logica e che la sua posizione, che è quella che condividiamo, è che tutto il gruppo debba essere mantenuto unito”.
“Nessun sorriso” al termine dell’incontro “perché siamo liguri, come lui, siamo gente un po’ scontrosa e a volte diciamo le cose in modo brutale ma senza peli sulla lingua”.
Per illustrare la situazione dello stabilimento genovese l’rsu ha anche invitato Orlando a “creare una sorta di commissione per entrare dentro e visitare gli impianti perché quando diciamo che di sei gru ne funziona una sola o che gli impianti sono in condizioni pietose non è una battuta e fra l’altro da fonti accreditata abbiamo saputo che oggi avrebbe avuto qualche difficoltà a entrare nello stabilimento e per questo abbiamo deciso di fare l’incontro nella sala dell’rsu”.
Ribadendo la questione della lontananza da parte delle istituzioni non è mancato l’affondo nei confronti del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “Il sindaco di Genova non ha detto nulla in questi giorni, mentre il presidente della regione ci ha dato dei privilegiati e dei facinorosi: noi non cadiamo nella provocazione ma qualche risposta se la devono aspettare”.