Niente da fare

Ex Ilva, fallito “l’assalto al fortino”: i lavoratori non riescono a far sospendere la cassa integrazione fotogallery

Incontro a Roma l'8 luglio: “Vi avveleneremo i pozzi”. Lunedì il ministro Orlando a Genova. Il bilancio dei tafferugli: per la Questura 8 feriti tra gli agenti

Genova. “Molti di voi sono tifosi di una squadra di calcio e alla vostra squadra chiedere coraggio, determinazione, grinta e volontà, noi oggi ci abbiamo messo queste cose e penso che più di così non si poteva fare. A volte non bastano grinta, coraggio, volontà e determinazione perché ti trovi davanti una palude nebbiosa, oscuri poteri che fanno i prepotenti con i deboli e viceversa”, È Franco Grondona della Fiom a parlare per tutti a quanti hanno resistito sotto il sole per tutta la giornata, dopo una mattinata di corteo e tafferugli con la polizia.

“Noi oggi non ce l’abbiamo fatta a sospendere la cassa integrazione – ammette l’ex segretario della Fiom – ma all’azienda mandiamo un messaggio chiaro: non ce l’abbiamo atta ad assaltare i il fortino, ma vi avveleneremo i pozzi”. Poco prima delle 18 al termina di una giornata lunghissima, i rappresentati dei lavoratori escono dal palazzo della prefettura”.

Dopo due giorni di blocchi a ponente e il lungo corteo di oggi, seguito da alcuni tafferugli con le forze di polizia, sarebbero voluti uscire da quel palazzo con la sospensione della cassa integrazione ma questo giro non ce l’hanno fatta e le lettere di cassa partiranno probabilmente da lunedì per tutti e 981 operai di Cornigliano.

Quello che hanno ottenuto i sindacati è invece un incontro al Mise, il prossimo 8 luglio per parlare della situazione di tutti gli stabilimenti e cominciare – forse – ad affrontare il piano industriale – alla presenza dei ministri Giorgetti e Orlando e nel frattempo, il 30 giugno, si sarà insediato il nuovo cda che ad oggi è ancora completamente in mano ad Arcelor Mittal. “Mi sono sentito poco fa con il ministro Giorgetti a cui ho chiesto di convocare anche le Regioni Liguria, Puglia e Piemonte al tavolo di confronto. Il ministro ha espresso parere positivo rispetto a questa mia richiesta”, ha annunciato il presidente Giovanni Toti.

“Nel frattempo, visto che dopo l’avvio della cassa l’azienda deve fare domanda all’Inps che deve dare il via libera – ha aggiunto Grondona – io credo che l’Inps avrà difficoltà a concedere la cassa integrazione per ragioni di mercato. Questo è quello che abbiamo ottenuto. Temevo peggio, speravo meglio, ma abbiamo dimostrato di esserci e dimostreremo di esserci da qui all’8 luglio, Io posso solo dire, a 74 anni, che sono orgoglioso di voi”.

Alla fine della giornata il bilancio dichiarato della Questura è di 7 poliziotti e un carabiniere feriti, tutti in modo lieve, ma il fronteggiarsi davanti ai portoni della Prefettura e della Regione Liguria ha lasciato parecchi lividi anche addosso agli operai. I lavoratori hanno cercato in questo modo di ottenere quell’attenzione da parte della politica che è rimasta silente durante queste giornate lasciando il cerino in mano alle forze di polizia chiamate a riempire il vuoto lasciato da altri.

“Poteva andare meglio se la politica nelle sue varie forme avessero detto anche parole sull’illegittimità della cassa – dice ai microfoni di Genova24 Armando Palombo – e per politica parlo di tutti i livelli, dai consiglieri ai sindaci, dagli assessori al presidente della Regione ai ministri di un Governo che a breve avrà il 50% del cda di Acciaierie d’Italia. Quello che voglio ribadire, come ha detto prima Grondona è che oggi i lavoratori dell’Ilva hanno dato una grande prova di orgoglio per la città e anche per contribuire a salvare l’industria strategica nazionale che si chiama acciaio”.

“E’ stato confermato un incontro importante quello dell’8 luglio al Mise – sottolinea Christian Venzano, segretario ligure della Fim Cisl – sul tavolo ci sarà l’utilizzo delle Cigo, che riteniamo non legittima e sulla quale aspettiamo si esprima anche l’Inps, che potrebbe dare parere negativo. E chiederemo che investimenti sono previsti e quale è il piano industriale dell’azienda. Speriamo che con l’ingresso del Governo almeno si torni al dialogo, almeno a livelli accettabili: un risultato non scontato, soprattutto viste le difficoltà e il comportamento dell’azienda. Quello che vogliamo è tornare a lavorare”.

“Abbiamo ricevuto molti attestati di solidarietà da parte della città in questi tre giorni, ora aspettiamo l’incontro dell’8 per capire veramente quale sarà il piano industriale – commenta Fabio Ceraudo, delegato della Uilm – Lunedì 28 faremo una nuova assemblea con i lavoratori per decidere come muoverci: oggi in parte delle nostre richieste sono state accolte, vedi l’incontro, ma serve chiarezza sulle prossime scelte industriali per l’azienda che saranno determinanti per il futuro dei lavoratori”.

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