Genova. L’appuntamento è alle 18 davanti alla prefettura di Genova. Nella città ferita dal crollo di ponte Morandi e tutt’oggi in difficoltà a causa dei cantieri dovuti a manutenzioni mai fatte in passato si svolge quella che di fatto è l’unica forma di protesta di piazza contro la cessione di Autostrade a Cassa depositi e prestiti e quindi all’intesa tra lo Stato e il concessionario.
La manifestazione, alla quale parteciperanno anche i familiari delle vittime del Morandi, è un modo per sottolineare ancora una volta come quell’accordo sia di fatto un regalo ad Aspi e ai suoi azionisti ed è ben distante da quella che avrebbe dovuto essere, da tre anni, una revoca delle concessioni.
La manifestazione di oggi è stata lanciata da alcuni parlamentari liguri di L’Alternativa, in particolare dal senatore Mattia Crucioli, e sposata da diverse figure anche solitamente molto distanti fra loro: basti pensare allo “strano” braccetto tra il capo dell’opposizione in consiglio regionale Ferruccio Sansa e l’editore di Primocanale Maurizio Rossi.
Non sono mancate, politicamente, anche le polemiche. In particolare tra politici M5s ed ex M5s. I pentastellati, così come il Pd, hanno annunciato – non senza patemi interni – l’adesione alla manifestazione ma questo ha creato malumore nell’Alternativa. Che accusano il M5s di essere al governo. M5s che a sua volta ricorda che, ai tempi del Conte gialloverde furono i soli a votare per la revoca “subito”.
Non hanno aderito alla manifestazione i partiti del centrodestra, anche se non è esclusa la partecipazione a titolo personale di qualche esponente. Quindi non ci sarà il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e non ci sarà il sindaco di Genova Marco Bucci he però è tornato a chiedere risarcimenti per la città ad Autostrade: “Genova deve essere rimborsata per quello che ha sofferto a partire dal crollo di ponte Morandi, che si tratti di denaro o di opere per la città lo si potrà discutere, ma dovrà essere un risarcimento molto elevato, e dovrà esserci, altrimenti il Comune di costituirà parte civile al processo”.
Secondo coloro che oggi scenderanno in piazza non è troppo tardi per un passo indietro. Gli elementi emersi dalle tante inchieste su Autostrade, da quella sul crollo del Morandi a quelle su gallerie, ponti e barriere fonoassorbenti, hanno già evidenziato una gestione sconsiderata del bene pubblico che quindi rende ingiustificata la cifra stanziata per l’acquisto della società, oltre 9 miliardi.
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