Genova. “Gavette ostaggio di Autostrade”. “Non vogliamo altre vittime”. “Giovannini, tira fuori il nostro dossier”. Sono gli striscioni di protesta comparsi tra ieri e oggi in via delle Gavette, sotto il viadotto Bisagno, dove gli abitanti vorrebbero essere indennizzati per lasciare per sempre quelle abitazioni, già bersagliate da oggetti in caduta libera e pronte a finire nel bel mezzo di un cantiere che durerà 42 mesi.
Un tempismo non casuale, visto che proprio oggi è atteso in Liguria il super ispettore del ministero delle Infrastrutture Placido Migliorino per un nuovo giro di ispezioni che durerà fino a mercoledì. Alcune indiscrezioni parlavano di ulteriori controlli sul viadotto Bisagno, ma risulta invece che l’attenzione dell’ingegnere romano si focalizzerà su cinque gallerie del nodo genovese dove si prevedono interventi urgenti e particolarmente impattanti. Non si esclude tuttavia che altri viadotti prima o poi finiscano sotto la lente del ministero e vengano colpiti da limitazioni improvvise in attesa di adeguarli alle più recenti normative di sicurezza, come era successo col Valle Ragone della A12 a Sestri Levante.

Ma oggi è anche il giorno dell’incontro che si terrà nel pomeriggio tra il ministro Giovannini, i sindaci rappresentati da Anci, la Regione e le concessionarie autostradali. E il tema sarà capire come gestire i prossimi mesi. Se da un lato la Liguria ha ottenuto una parziale tregua estiva, con una sostanziale pausa dai cantieri in agosto salvo qualche eccezione ancora da discutere, d’altra parte a preoccupare è la ripresa delle attività a settembre, quando agli interventi su gallerie e viadotti si aggiungeranno altre due tipologie di lavorazioni: la sostituzione delle barriere fonoassorbenti (entro giugno si partirà in via sperimentale sulla A7 ma solo in orario notturno) e quella dei guard-rail in programma soprattutto sulla A12.
Toti e la sua giunta spingono per una diluizione dei lavori andando secondo un ordine di priorità, mentre il ministero e i suoi tecnici vorrebbero raggiungere l’obiettivo di mettere in sicurezza la rete nel minor tempo possibile. Tenuto conto di questo braccio di ferro si proverà a intavolare una nuova trattativa per evitare che la Liguria finisca nuovamente paralizzata da autunno.
In tutto questo la protesta dei residenti delle Gavette, che avevano già scritto al ministro Giovannini senza mai ottenere risposta, rischia di passare in secondo piano. Il loro obiettivo è ottenere indennizzi sufficienti per trasferirsi definitivamente altrove, anche perché lamentano un crollo del valore delle loro case, soprattutto dal crollo di ponte Morandi in poi. Ciò che si attende ora è la valutazione del Rina su quello che sarà l’impatto del cantiere in modo da quantificare i risarcimenti.
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