La storia

Arrestato a Genova ladro d’auto d’epoca: rubò una Talbot del ’38 rivendendola per 7,6 milioni di dollari

Di questo modello di auto esistono solo 16 esemplari al mondo. Il cittadino statunitense l'aveva trafugata nel 2001. Vent'anni dopo, le manette

Generico giugno 2021

Genova. La polizia di Stato di Genova ha arrestato ai fini di estradizione un 65enne nato negli Stati Uniti ma cittadino svizzero per frode telematica e trasporto di veicoli a motore rubati nel commercio estero. L’uomo nel 2001 aveva rubato da un’officina di Milwaukee, nel Wisconsin, una Talbot Lago T150CSS Teadrop Coupè del 1938, auto d’epoca di cui esistono solo 16 modelli al mondo.

La grande truffa. Dopo averla trasportata e smontata fuori dallo stato americano l’aveva tenuta in un deposito fino alla morte del proprietario, nel 2005, dopodiché l’aveva rimontata e ne aveva falsificato i documenti facendo risultare di averla regolarmente acquistata dal nipote del defunto.

Era tornato infine a Milwaukee per comunicare alle forze dell’ordine che il veicolo rubato era stato recuperato e che lui era il legittimo proprietario come dimostrato dagli atti notarili, falsi, in suo possesso. La ricerca dell’auto era stata pertanto rimossa dal data base della Polizia e l’uomo nel 2006 si era trasferito in Svizzera portandola con sé.

Nel 2015, fatta restaurare la Talbot, era riuscito a venderla ad un acquirente statunitense per 7,6 milioni di dollari e l’aveva riportata in Usa.

A maggio del 2019, scoperti tutti i suoi traffici, le autorità americane hanno emesso un mandato di cattura a carico dell’uomo per i reati commessi, per i quali il codice penale statunitense prevede 20 anni di reclusione.

Qualche sera fa, alla sala operativa della polizia genovese è arrivato un segnale della presenza del ricercato in un lussuoso hotel di via XX Settembre.

L’uomo, rientrando all’albergo, ha aperto la porta della stanza e si è trovato davanti i poliziotti che lo hanno condotto in Questura. Dopo tutti gli accertamenti sull’identità è stato portato in carcere a Marassi a disposizione del presidente della Corte d’appello.

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