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Toti vara la “struttura di missione” per la sanità, al vertice un manager da 123mila euro all’anno

Via libera in commissione, è la prima a nascere. Pastorino (Linea Condivisa): "Spese amplificate e uffici esautorati"

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Genova. Via libera da parte della commissione Sanità della Regione alla prima delle strutture di missione volute dalla giunta Toti “al fine di attuare programmi regionali aventi valenza strategica o per raggiungere risultati determinati coerenti con il programma di governo”. Un’organizzazione che avrà una propria dotazione finanziaria (per ora circa 123mila euro) e che agirà “a supporto degli interventi del sistema sanitario e sociosanitario regionale“.

Tra i compiti della struttura di missione, così come individuati nella delibera della giunta regionale, ci sono “la definizione del quadro degli investimenti strutturali e tecnologici nel settore sanitario e sociosanitario previsti dai piani nazionali, regionali e dal Pnrr; il disegno del nuovo modello di offerta sanitaria e sociosanitaria regionale ed il monitoraggio e la valutazione di sperimentazioni gestionali e strumentali innovativi nel finanziamento e nella produzione ed erogazione dei servizi sanitari e socio sanitari; la definizione dei criteri di attribuzione delle risorse umane, finanziarie e strumentali in relazione ai fabbisogni sanitari e socio sanitari; la determinazione dei criteri e dei sistemi di finanziamento delle funzioni e delle attività dei soggetti pubblici e privati del sistema sanitario regionale e parametri di valutazione delle performance gestionali ed economiche”.

La struttura di missione avrà durata triennale. A farne parte saranno i direttori generali del dipartimento Salute e delle direzioni Finanze e Organizzazione, quattro unità di personale da reperire all’interno dell’organico della Regione, ma soprattutto un massimo di due componenti esterni “in possesso di specifica elevata qualificazione scientifica e professionale, di cui uno svolgerà le funzioni di coordinamento“. Ruolo per cui è già partita la procedura di selezione. L’incarico prevede una retribuzione di 123.289,20 euro all’anno fino al 31 dicembre 2020, ma sarà prorogabile (non è indicato quante volte e fino a quando).

Per l’opposizione si tratta in pratica un “assessorato ombra” che gestirà di fatto la sanità in Liguria, visto che la delega è rimasta in capo al governatore Giovanni Toti. “Non è solo un problema di questa regione – commenta il consigliere di Linea Condivisa, Gianni Pastorino – ma ci chiediamo perché si amplificano le spese e si decide di non investire nulla sul personale, mentre allo stesso tempo si creano nuove strutture di consulenza. Questo significa anche esautorare gli uffici interni”.

La nomina dovrebbe arrivare nelle prossime settimane e sarebbero già arrivate alcune candidature. Un nome che circola con insistenza è quello di Giuseppe Profiti, già in passato dirigente della Regione Liguria, membro del cda del Galliera e poi presidente della Fondazione Bambino Gesù di Roma, poi condannato a un anno dal tribunale vaticano per peculato e abuso d’ufficio con l’accusa di aver usato soldi della fondazione per ristrutturare l’attico del cardinale Tarcisio Bertone, ex arcivescovo di Genova.

“Più che una ‘struttura di missione’, l’ultima approvata dalla giunta Toti in materia sanitaria ricorda una ‘struttura dei miracoli’, che riesce nel non semplice intento di moltiplicare i livelli e i costi pubblici senza risolvere i problemi, che restano a carico dei liguri – accusa il gruppo Pd in Regione -. La struttura costituisce di fatto un nuovo livello di lavoro che si occuperà di una moltitudine di temi diversi tra i quali le liste d’attesa, l’organizzazione sanitaria territoriale ma anche l’edilizia sanitaria e gli investimenti che rientreranno nel Recovery Plan. Tutti nodi che la fallimentare esperienza della ‘super-Asl’ Alisa, che costa 2 milioni l’anno, non ha risolto e alla quale oggi affianchiamo un nuovo ‘promettente’ livello gestionale”.

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