Non s'ha da fare

Titanio del Beigua, Legambiente e Agesci depositano ricorso al Tar contro le ricerche minerarie

Dopo oltre 25mila firme raccolte con la petizione, le associazioni passano alle vie legali

Monte Beigua

Genova È stato depositato nei giorni scorsi il ricorso presentato da Legambiente onlus e Agesci contro il decreto regionale del 26 febbraio 2021 che “autorizza nuove concessioni minerarie nel comprensorio del Parco del Beigua per quantificare la presenza”.

È stato l’avvocato Emilio Robotti a firmare l’atto amministrativo che si propone ad adiuvandum nei confronti dei Comuni di Urbe, Sassello e dell’Ente Parco Naturale Regionale del Beigua contro la Regione Liguria, il Ministero per la Transizione Ecologica, la Compagnia Europea del Titanio (CET), la Provincia di Savona, ARPAL, e la Asl 2 di Savona. Il ricorso chiede l’annullamento dei rinnovi delle concessioni minerarie e verrà discusso il 26 maggio nella sede del TAR di Genova. Tra le motivazioni si sottolinea l’incompatibilità di svolgere attività minerarie in un’area tutelata e gli evidenti rischi per la salute per chi vive nel territorio.

L’atto segue diverse manifestazioni che si sono svolte nella zona interessata e una petizione che ha raccolto oltre venticinquemila firme di cittadini oltre che di moltissime associazioni ambientaliste e non solo. Tra queste si segnala: Agesci Liguria, Arci Liguria, CAI Liguria, ENPA, Federparchi Liguria, FIE Liguria, Friday for Future Liguria, Italia Nostra Liguria, Legambiente Liguria, LIPU, Pro Natura Genova, VAS, WWF Italia Delegato Liguria, Amici di Ponte Carrega, Comunità San Benedetto al Porto, Fondazione Le Gioiose, Linea Condivisa, Masci Liguria, Medici per l’Ambiente, Isde Genova.

Grande preoccupazione è stata espressa anche per quanto sta succedendo nel levante della Liguria dove una società australiana ha richiesto l’autorizzazione per realizzare campionamenti tra le Province di Genova e della Spezia (Val Graveglia e Val di Vara, in questo caso in località Molin Cornaio nel Comune di Maissana e di altre parti nel Comune di Varese Ligure) con la finalità di riaprire vecchie miniere.

Per scongiurare l’eventualità, Luca Cerretti, Presidente Italia Nostra La Spezia, Stefano Sarti, Presidente Legambiente La Spezia, Paolo Canepa, Delegato LIPU La Spezia, Marco Piombo, Delegato ligure WWF e Franco Arbasetti, Responsabile Vas La Spezia hanno presentato le loro osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica per evidenziare come «le attività minerarie e di cava sono espressamente non consentite dalle norme di Conservazione della “Rete Ecologica” della Regione Liguria, e questo anche per quello che riguarda i campionamenti», sottolineando la loro contrarietà in quanto si tratterebbe non di «ricerche finalizzate a studi accademici o similari, ma propedeutici a vere e proprie future coltivazioni di cave e miniere». La lettera si chiude con la richiesta affinché il Ministro respinga il permesso di ricerca mineraria nelle aree indicate.

«In Liguria si è aperto il caso delle richieste di permessi per effettuare ricerche di minerali a cui, dal comprensorio del Beigua alla Provincia spezzina, gli enti Parco, gli enti locali, le associazioni del territorio e i cittadini si stanno opponendo. In ballo c’è l’idea di sviluppo che si vorrà dare a questi luoghi – dichiara Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – Da un lato un’economia sostenibile e salubre dall’altra quella predatoria che, una volta esaurite le materie prime ricercate lasceranno alle future generazioni paesaggi devastati senza aver creato lavoro di qualità. Aspettiamo fiduciosi la pronuncia del TAR per il comprensorio del Beigua e le valutazioni del Ministero per quella denominata “Monte Bianco” tra la provincia di Genova e della Spezia.»

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