Genova. Prende il via oggi – ma già da un paio di giorni è scattato l’arruolamento dei volontari – per il cosiddetto “spray anti Covid”. Si tratta di un farmaco a somministrazione attraverso le vie nasali che sarà sperimentato, prima struttura in Italia, dal policlinico San Martino di Genova.
L’annuncio del trial clinico qualche giorno fa ma adesso la sperimentazione entra nel vivo. Il San Martino ha iniziato a cercare le persone – saranno 57 – per testare l’innovativo prodotto. Per chi volesse candidarsi si può inviare una mail all’indirizzo covidspray@unige.it. Incoraggianti i risultati di laboratorio: in vitro la sostanza utilizzata nello spray annienta il virus in circa un minuto ma bisognerà capire, ora, se sarà altrettanto efficace sugli esseri umani.
Al momento la sperimentazione prevede di testare lo spray su persone contagiate dal Covid ma in forma lieve (quindi senza bisogno di essere ricoverate o di utilizzare ossigeno di supporto). I pazienti che lo utilizzeranno dovranno spruzzare lo spray tra le tre e le cinque volte al giorno e capire se in questo modo ridurranno la loro contagiosità. I primi risultati dello studio, coordinato dal professor Giancarlo Icardi, si potranno osservare tra circa quattro mesi.
Lo spray si chiama AOS2020 ed è un dispositivo medico di classe III contenente Acido Ipocloroso (Hclo). L’acido ipocloroso in natura è prodotto dalle cellule del nostro sistema immunitario per combattere le infezioni causate da diversi microrganismi. La tecnologia per rendere questa sostanza qualcosa di riutilizzabile è un marchio registrato ideato e sviluppato da un team di italiani, formato da Paolo Galfetti, Roberto De Noni e Giorgio Reiner, dell’azienda italo-svizzera APR Applied Pharma Research.
Diminuire la quantità di virus presente nel naso, sia grazie all’effetto meccanico del lavaggio e sia attraverso l’efficacia antimicrobica dell’acido ipocloroso, potrebbe infatti ridurre la contagiosità dei pazienti, prevenire l’insorgenza di sintomi più gravi e migliorare il decorso della malattia nella fase iniziale, riducendo anche la probabilità di trasmissione del virus anche ad altri soggetti