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Sanità, il piano del manager Profiti: “Pubblico o privato? No a welfare di stampo sovietico”

Chiamato da Toti a coordinare la nuova struttura di missione: "Puntiamo molto sul modello Genova"

giuseppe profiti

Genova. Più pubblico o più privato? “La condivisione col presidente è stata totale: un modello che analizza la distribuzione tra pubblico e privato non dal punto di vista dei fattori produttivi, un concetto errato, vecchio, ma dal punto di vista del consumatore: è pubblico il servizio al quale posso accedere senza nessuna barriera di costo o di tempo. Questa è la stella polare guida, un welfare più moderno, alla Bevedridge piuttosto che di stampo sovietico“.

Sono le linee di indirizzo di Giuseppe Profiti, chiamato da Giovanni Toti alla guida della nuova struttura di missione sulla sanità col compito di gestire le risorse del Recovery Fund e la ripartenza post Covid. “Non necessariamente è pubblico ciò che è prodotto con fattori pubblici se non posso accedere in tempi rapidi e senza costo. Le future programmazioni andranno lette con questa accezione tra pubblico e privato”, precisa Profiti.

Perché Profiti? “È una delle professionalità migliori che abbiamo in questa regione – spiega Toti -. Ha già svolto molti ruoli in Regione, in sanità, ne ha una conoscenza profonda dal punto di vista economico, tecnico, funzionale e clinico. È stato fondatore dell’Ircss monospecialistico più importante d’Italia, il Bambin Gesù, che ha gestito per molto tempo e anche in concorrenza con il nostro Gaslini. Oggi riportarlo al centro della sanità ligure come coordinatore, programmatore, esperto credo sia un arricchimento per il nostro sistema sanitario.

“Le ambizioni che il presidente ha voluto dare a questa struttura sono quelle di riuscire a gestire d’ora in poi la cronicizzazione di quanto è stato realizzato per il Covid, perché prepararsi a ciò che potrebbe venire in sanità è sempre un’ottima cosa, e soprattutto far ripartire il sistema sanitario che è rimasto fermo in questi ultimi anni – prosegue Profiti – Una ripartenza che dev’essere orientata in modo diverso rispetto al sistema che si è fermato approfittando delle risorse europee, un’occasione da non farsi passare.

“Contiamo molto sui provvedimenti di semplificazione del modello Draghi, sul modello Genova, applicandolo a questo ulteriore modello ligure, per rendere il più possibile efficiente la spesa di questi fondi – continua -. A fronte di una grande disponibilità di risorse per investimento ciò che sarà chiesto sarà un maggior tasso di efficienza e di produttività, ovvero la capacità di avere un sistema che riesca a produrre i più alti volumi di prestazioni”.

Componenti della struttura di missione saranno anche Francesco Quaglia, direttore del dipartimento Salute e Servizi Sociali, Claudia Morich, direttore della direzione centrale Finanza Bilancio e Controlli e Nicola Giancarlo Poggi, direttore generale della direzione centrale Organizzazione.

Secondo quanto stabilito dalla delibera di giunta, a Profiti spetterà un compenso annuo di oltre 123mila euro. L’incarico avrà durata annuale ma sarà prorogabile senza limiti. Laureato a Genova in scienze politiche, è tuttora professore aggregato e insegna contabilità dello Stato e degli enti pubblici e diritto amministrativo. È stato direttore amministrativo del Gaslini dal 1998 al 2001, vicepresidente del Galliera dal 2004 al 2009. Dal 2008 al 2015 è stato presidente e amministratore delegato dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Era stato condannato a un anno dal tribunale vaticano per peculato e abuso d’ufficio con l’accusa di aver usato soldi della fondazione per ristrutturare l’attico del cardinale Tarcisio Bertone, ex arcivescovo di Genova.

 

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