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Raimondo Sirotti, la retrospettiva al Ducale emoziona nel ricordo del maestro del colore fotogallery

Nel sottoporticato sino al 25 luglio. In contemporanea anche un'altra mostra all'Accademia Ligustica di Belle Arti

Raimondo Sirotti, la retrospettiva

Genova. Più di un omaggio, più di un semplice ricordo. La retrospettiva dedicata a Raimondo Sirotti (1934-2017), il pittore bogliaschino che per tanti anni è stato anche docente e poi presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, è qualcosa che resta negli occhi e nel cuore. C’è tutto Sirotti in questa mostra: nella sua ispirazione naturalistica, nell’uso del colore, nel modo di associare parole alla sua arte pittorica, nel creare, con quelle opere, un movimento nell’anima.

Un bel lavoro quello di Matteo Fochessati, il curatore di questa che è la seconda delle tre esposizioni dedicate all’artista (la prima è stata al Museo di Villa Croce l’anno scorso), la terza è in contemporanea all’Accademia Ligustica “Raimondo Sirotti, un maestro in Accademia tra passato e presente”.

Sino al 25 luglio, nel Sottoporticato di Palazzo Ducale una lettura complessiva dell’esperienza artistica di Sirotti “Un viaggio nel tempo senza tempo – l’ha definita il figlio Riccardo – mi sembra di essere a casa. Questa mostra fa cogliere lavoro artistico di mio padre. Ogni parete sarebbe una mostra a sé. Ho trovato un accostamento di quadri inedito, come inedite sono alcune opere, mai uscite da casa nostra perché erano state realizzate proprio per gli ambienti casalinghi. Si tratta di un bel riconoscimento a mio padre come artista”.

Matteo Fochessati spiega: “Dopo la grande esposizione del 2005 questa retrospettiva documenta il complesso e articolato percorso artistico di Sirotti. Abbiamo sparigliato le carte per cercare nuove prospettive per un artista così conosciuto e amato. Quella di questa mostra è una lettura inedita: un percorso ciclico cronologico nelle stanze iniziali con le ispirazioni dovute agli incontri con Sironi  e poi a Milano con Manzoni, Chighine, Crippa, per poi affrontare il passaggio al naturalismo astratto. Infine i temi ricorrenti nella sua produzione, che hanno sublimato la devozione al paesaggio, una natura sempre in movimento, un continuo vortice cromatico straordinario. Ringrazio la famiglia per la possibilità di accedere all’archivio: ho potuto vedere i taccuini e leggere liriche che in parte sono riportate anche qui”.

Arricchita da prestiti provenienti da importanti collezioni pubbliche e private, oltre che dall’Archivio Sirotti, questa ampia retrospettiva si sviluppa, con scansione cronologico-tematica, attraverso sette sezioni, precedute da una sala introduttiva che accoglie i visitatori con tre grandi dipinti, tra i quali il maestoso Paesaggio interiore del 1995, proveniente dalla Collezione del Banco di Sardegna di Genova.

Nella prima sezione Gli esordi (1955-1960) si analizzano le prime prove pittoriche di Sirotti influenzate dal rimando alla matericità espressionista di Mario Sironi che, in questa fase, funzionò anche da filtro espressivo per il suo personale approdo alla poetica informale, coincidente con il trasferimento nel 1959 a Milano, dove ritrovò i compagni di studi Roberto Scuderi e Pierluigi Lavagnino ed entrò in contatto con alcuni giovani artisti allora emergenti, quali Alfredo Chighine, Roberto Crippa, Gianni Dova e Piero Manzoni.

Nella successiva sezione Ipotesi di naturalismo astratto si presentano le opere che caratterizzarono la sua adesione alle declinazioni naturalistiche della poetica informale. Connotato, per il comune approccio fenomenologico all’asprezza del paesaggio ligure, da una sintonia espressiva con Gianfranco Fasce, questo indirizzo estetico continuò a improntare i successivi sviluppi della sua ricerca pittorica.

Nella sala La finestra sul paesaggio si documenta la cruciale svolta espressiva determinata dal ciclo delle Finestre che, presentato per la prima volta al pubblico nel 1981, maturò all’interno dell’interrotto dialogo instaurato da Sirotti con il tema del paesaggio: una propensione estetica e operativa in cui, per usare le sue stesse parole, tentò «di rendere visibile, attingibile, l’invisibile», in uno spazio «non solo mentale ma che anzi cerca nel reale gli impulsi dell’espressione e del linguaggio».

Strettamente connesse a questa tematica, le due sezioni successive –  Eventi naturali e Tane, rocce e forre – documentano rispettivamente gli esiti del processo cognitivo determinato dalla sua analitica investigazione dei fenomeni naturali e le prove pittoriche influenzate dal suo soggiorno di studio nel 1968 a Londra dove, recatosi grazie alla Borsa di Studio Duchessa di Galliera, riscoprì e studiò la pittura di Turner, di Whistler, di Bacon, ma soprattutto quella di Graham Sutherland, la cui influenza sulla sua ricerca pittorica traspare nell’elaborazione di forme organiche, allusive a una natura inquietante e misteriosa.

Con la sezione Paesaggi interiori si affronta un aspetto cruciale della creazione pittorica di Sirotti: quell’acquisizione dei dinamici movimenti della natura che, con lirica intuizione poetica, svela la profonda sostanza del reale, riannodando, come dichiarato dallo stesso Sirotti, «tutti gli invisibili fili del ricordo»

La sala dei Giardini conclude il percorso espositivo attraverso un emblema simbolico della ricerca svolta da Sirotti sul tema del paesaggio e del perdurante rapporto da lui innestato tra realtà e visione interiore. In questa sezione il dipinto Scale del giardino dei sogni, che nel 1956 inaugurò la lunga serie dei “giardini interiori”, è assunto, all’interno del percorso espositivo, a paradigma della circolarità dei temi che hanno scandito tutta la sua ricerca, improntando le magiche e suggestive atmosfere delle sue composizioni pittoriche.

“Sono emozionata – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Genova Barbara Grosso – si conclude il ciclo iniziato l’anno scorso a Villa Croce. Volevamo dare una sensazione di rete e ci siamo riusciti. Ci stiamo rendendo conto di quanto la cultura si essenziale, una cura per tutti noi”.

“Sirotti dipingeva i colori della nostra Liguria – aggiunge l’assessore alla Cultura della Regione Liguria Ilaria Cavo – questa mostra è un ulteriore grande segnale di una nuova ripartenza. L’ultima immagine che ho di Sirotti è tra i suoi studenti, nell’Accademia, a coltivare talenti. Un ruolo importantissimo”.

“Siamo grati per coinvolgimento – aggiunge Giulio Sommariva, curatore della mostra all’Accademia Ligustica – la presenza stessa di Sirotti in Accademia è collaborazione. Da docente del Liceo Barabino venne poi indirizzato per ricostruire l’Accademia all’inizio degli anni Settanta. La nostra mostra mette l’accento sulle grandi opere che hanno preso le mosse dall’Accademia stessa, come “Cristo appare a Sant’Agostino nelle sembianze di pellegrino” e i due grandi arazzi omaggio al Paradiso di Bernardo Strozzi e ala Pastorale del Grechetto”. A Sirotti è stata dedicata proprio oggi l’aula di pittura, testimoniata da una targa commemorativa.

Informazioni:

Intero 5€
Ridotto 4€
Bambini fino a 14 anni 3€
il venerdì per gli under 27 3€

Dal martedì al venerdì è possibile acquistare i biglietti online, su vivaticket.it e presso la biglietteria di Palazzo Ducale

il sabato e la domenica prenotazione obbligatoria, come da decreto legislativo. Acquisto online, su vivaticket.it

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