Genova. È l’unica vera area di verde urbano in un quartiere di quasi 10mila abitanti stretti tra il cemento dei palazzoni, i boschi delle colline e i corsi d’acqua diventati pericolosi. I giardini dell’ex Onpi di Quezzi, chiusi da agosto del 2020 perché non c’è più nessuno in grado di gestirli, potrebbero riaprire presto grazie a uno dei progetti che il Municipio Bassa Valbisagno ha presentato al Comune per coinvolgere in attività socialmente utili i percettori di reddito di cittadinanza.
“Abbiamo chiesto di destinare i percettori di reddito di cittadinanza alla manutenzione delle aree verdi e per dare un supporto alla biblioteca Lercari, che va oltre la dimensione del quartiere, in modo da poter utilizzare i nostri operai esclusivamente per la manutenzione delle scuole – spiega il presidente Massimo Ferrante -. In tutto avremo a disposizione sul nostro territorio 25 persone. Decideremo noi dove utilizzarle, ci sono alcuni giardini che hanno più bisogno di altri”.
Una di queste aree è quella di Quezzi, situata tra via Donati, via Daneo e salita Ginestrato, un polmone verde in mezzo al quartiere. Riqualificata nel 2015 proprio dal Municipio con nuove panchine, giochi per bambini e un’area sgambatura per cani, è stata chiusa nel 2020 prima a causa del coronavirus e poi per la mancanza di personale. La gestione, infatti, era stata affidata al comitato “Amici a due e quattro zampe”, ma i volontari si erano tirati indietro dopo l’esposto di un condominio che lamentava il disturbo della quiete pubblica in orario pomeridiano. Dalla scorsa estate, quindi, i cancelli sono completamente chiusi.
“Auspichiamo di tornare ad aprire quello spazio che da troppi mesi è interdetto – conferma Ferrante -. Purtroppo il Municipio non ha risorse per andare ad aprire e chiudere i cancelli. I percettori di reddito di cittadinanza potranno darci una mano”. Altri giardini che potrebbero essere coinvolti nel progetto sono quelli di via Bracelli, via Berghini, piazza Santa Maria e l’area dell’ex scuola Monleone sopra piazzetta Pedegoli.
L’area ex Onpi è tristemente nota a Quezzi perché da 15 anni versa in totale stato di abbandono e degrado. Si tratta di un’ex casa di riposo di 7 piani per una superficie lorda di circa 4.700 metri quadrati, divisa tra le proprietà del Comune e di Arte, che possiede tutta l’ala est. Tursi l’ha inserita nel piano di alienazioni nel 2018, ma da allora tutti i possibili acquirenti hanno sempre mollato la presa.
A pesare sono i pesanti costi di riqualificazione, stimati in 7 milioni di euro, e la proprietà mista che costringerebbe a intavolare un’ulteriore trattativa con Arte per l’acquisizione dell’intero immobile. In passato era stata proposta una permuta tra i due enti, ma l’operazione non è mai andata a buon fine. Secondo quanto riferito in Consiglio comunale dall’assessore Stefano Garassino nel 2020 c’erano state due manifestazioni di interesse da parte di operatori della sanità privata, ma al momento non ci sono novità sostanziali. Nel frattempo l’unico presidio presente è quello della protezione civile.