Genova. Segregato in una cassa di legno sul balcone, tenuto alla fame e al freddo e picchiato continuamente dai suoi padroni per un mese. È quello che sostengono alcuni abitanti di Quezzi ed è il quadro su cui la Procura di Genova ha aperto un’inchiesta per maltrattamenti su animali dopo la morte di un cagnolino avvenuta la scorsa settimana in un condominio di via Fontanarossa.
Il caso è scoppiato lo scorso 4 maggio sul gruppo Facebook di quartiere dopo un post di Monica Casti che ha denunciato l’accaduto e puntato il dito contro “l’omertà” di chi, pur sapendo cosa stava accadendo, non ha mai denunciato. “Il cucciolo – ha scritto – veniva sentito da parecchio tempo piangere e lamentarsi da molti vicini (siamo in possesso di sms e messaggi vocali di persone abitanti nel palazzo, che lo confermano). Nessuno di questi però, ha fatto nulla né ha prestato soccorso allo stesso, se non negli ultimi giorni di vita, dando modo alla macchina dei soccorsi di muoversi oramai troppo tardi per poterlo salvare”.
Il 4 maggio, dopo l’intervento di una volontaria raggiunta al telefono da un’abitante della zona preoccupata perché non sentiva più piangere il cagnolino, è arrivata finalmente la polizia locale insieme a Gian Lorenzo Termanini, capo del nucleo guardie zoofile dell’associazione Una, che è riuscito a far disporre il sequestro della carcassa per consentire le indagini. Sull’episodio nel frattempo è stato presentato un’esposto dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa).
Oggi è stata inviata la relazione conclusiva al pubblico ministero, mentre il fascicolo risulta già aperto a carico dei proprietari, che erano già stati identificati. “La carcassa è stata bloccata, ora la palla passa alla Procura – spiega Termanini -. Spetterà agli esami stabilire che cosa sia successo. Ci sono evidenze di possibili maltrattamenti, altrimenti non sarebbe stato disposto il sequestro. Ora verranno disposti ulteriori accertamenti”.
Nel frattempo sui social si scatena la rabbia degli abitanti contro i presunti autori dei maltrattamenti, destinatari di insulti e minacce. Il proprietario del cucciolo ha tentato di difendersi inviando in privato ad alcuni utenti foto di un cane in buono stato di salute, che tuttavia, secondo gli accertamenti, non sarebbe quello morto la settimana scorsa.