Levante ligure. Cia Agricoltori investe sul levante ligure. Spinge verso una transizione tecnologica accelerata delle aziende agricole sul territorio. E chiede connessioni internet veloci anche nelle zone dell’entroterra per garantire competitività alle imprese che operano in aree più svantaggiate.
Nelle prossime settimane partirà un vero e proprio tour presso le sedi delle imprese per mettere a punto tutti i servizi per renderle più competitive, mettendo al centro l’innovazione nell’ambito dei processi produttivi e nei nuovi sistemi di commercializzazione. La fa sapere l’associazione in una nota.
I punti di forza in questa parte di Liguria sono numerosi: dalla viticoltura, agli agriturismo, dalla zootecnia all’olivicoltura, le imprese agricole liguri hanno dimostrato di reggere alla crisi. Ora è il momento del rilancio.
“Per aiutare le imprese in questa delicata fase di uscita dalle problematiche della pandemia c’è bisogno di una vera rivoluzione tecnologica – spiega Ivano Moscamora, direttore regionale di Cia in Liguria che ha assunto il ruolo anche di direttore di Cia Liguria di Levante per sostenere in modo coordinato questo ulteriore impegno verso gli agricoltori – . Occorrono modalità nuove sia di produrre che di commercializzare che affianchino gli storici servizi di assistenza tecnica e fiscale. Un esempio? La piattaforma “dal campo alla tavola” dà la possibilità anche a tante piccole e piccolissime imprese di affacciarsi al commercio on line”.
“Abbiamo come Cia su tutto il territorio del Levante ligure uno staff competente che ci permetterà di mettere a fuoco le diverse esigenze con analisi specifiche prosegue – Lo faremo presso la sede delle imprese anche per analizzare la situazione delle connessioni a banda larga. Così come continuiamo a segnalare agli enti i danni da animali selvatici che stanno minando il lavoro di tanti imprenditori, ora metteremo a punto una vera e propria mappa dei “buchi di connessione”. Per le imprese agricole non è possibile rimanere competitivi senza investimenti sulle infrastrutture telematiche e con un “digital divide” che spezza il territorio fra città e campagne”.