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L’appello in Liguria: “Vaccinare prima i donatori di sangue, rischio emergenza in estate”

L'annuncio di Toti il 10 maggio, poi nessun passo in avanti. Casali (Avis): "Chiediamo di avere una priorità nel momento del liberi tutti"

DONATORI DI SANGUE

Genova. Una corsia preferenziale che possa garantire la protezione dal Covid il prima possibile: è quello che chiedono le associazioni dei donatori di sangue in Liguria temendo che possa nuovamente aggravarsi la situazione delle scorte che già normalmente in estate registrano un calo fisiologico.

L’ultima comunicazione alle Regioni reca la data del 10 maggio e la firma di Giovanni Rezza, direttore generale del ministero della Salute. “Considerato che la disponibilità di dosi di vaccino è andata via via aumentando e se ne prospetta un ulteriore notevole incremento si raccomanda che, una volta completata la fase di vaccinazione delle categorie a rischio, siano attivate le modalità per sottoporre a vaccinazione i donatori di sangue che, compiendo regolarmente il loro gesto solidaristico, assicurano la costante disponibilità di sangue”.

Il giorno stesso il governatore ligure Giovanni Toti in conferenza stampa aveva annunciato: “A partire dalla prossima settimana partiremo con le vaccinazioni dei donatori di sangue. Entro la settimana daremo le modalità. Saranno gestite dal centro donazioni, quindi avverranno negli spazi dedicati alla donazione di sangue”. Da quel momento in poi, però, nulla si è più mosso.

“È un argomento delicato – precisa Alessandro Casale, presidente dell’Avis Liguria -. È determinante dare priorità alle categorie a rischio e non lasciare indietro nessuno, ma nel momento in cui arriva il liberi tutti un po’ più di priorità dovrebbero averla i donatori di sangue come avviene per il vaccino antinfluenzale. In quel modo, durante il periodo di picco, c’è minor rischio che i donatori si ammalino e quindi minor rischio per donare. Non vogliamo subentrare a persone che hanno più necessità, ma nel momento in cui si sdogana tutto è chiaro che, tra due persone che stanno bene, sarebbe utile vaccinare un donatore prima di un non donatore”.

Va detto che per ora non c’è una situazione di emergenza. I dati relativi alla disponibilità di sangue nell’emoteca ligure sono stabili. Nel 2020 in Liguria rispetto a 68mila dosi programmate ne sono state raccolte 65.893, il 97%. “L’anno scorso è anche calato il fabbisogno rispetto agli anni precedenti – continua Casale – ma se si vuole pensare in prospettiva bisognerebbe cercare di evitare il rischio di trovarsi con una carenza estiva. Il sangue donato dura 42 giorni e il vantaggio di avere donatori periodici e motivati è proprio quello di avere persone sane e sensibili pronte a rispondere alle richieste di fabbisogno di sangue dei malati e assicurare in questa maniera l’autosufficienza sia in situazioni di emergenza sia in situazione di ordinaria necessità”.

Al momento, secondo quanto riferiscono fonti della sanità ligure, la Regione, seguendo le indicazioni del ministero della salute, sta organizzando il percorso di vaccinazione e “nei prossimi giorni” verranno comunicate le modalità.

Intanto però quella della disponibilità di sangue non è l’unica preoccupazione. C’è necessità anche di plasma, utile in ambito clinico oppure lavorato e trasformato in farmaci plasma-derivati, altrettanto fondamentali per salvare vite umane. “E poi abbiamo difficoltà a reperire personale sanitario – conclude Casale – perché spesso coloro che vengono assunti dalle Asl hanno contratti che non permettono di prestare servizio nelle nostre strutture. Nell’ultimo anno per questo motivo sono saltate diverse giornate di raccolta. C’è sempre stata una carenza fisiologica, ma il Covid ha peggiorato la situazione”.

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