La festa fa girare la testa

La Sampdoria omaggia l’Inter campione d’Italia, perdendo 5-1

Il “pasaje de honor”, concesso da “veri signori” prima di inizio partita, è proseguito anche nell’arco del match

Sampdoria Vs Roma

Milano.. Doveva essere una partita d’omaggio ai nuovi campioni d’Italia e così è stato fin dall’inizio, con tutti i convocati della Samp schierati all’uscita dagli spogliatoi, a fare da arco d’onore agli interisti… Poi si è cercato di fare sul serio, con i due tecnici, Conte e Ranieri, che hanno affidato alla direzione della squadra arbitrale (Ayroldi di Molfetta, assistito da Ranghetti di Chiari e Pagliardini di Arezzo, con Paterna di Teramo, in qualità di quarto ufficiale ed Orsato di Schio e Valeriani di Ravenna  al VAR) queste formazioni:

Inter (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, Ranocchia, Bastoni; Hakimi, Vecino, Eriksen, Gagliardini, Young; Sanchez, Lautaro.

A disposizione: Padelli, Radu, Darmian, Skriniar, De Vrij,  Lukaku, Sensi, Perisic, Barella, Brozovic, Pinamonti.

 Sampdoria (4-4-1-1): Audero, Bereszynski, Tonelli, Colley, Augello; Candreva, Thorsby, Adrien Silva, Jankto; Ramirez; Keita.

A disposizione: Letica, Ferrari, Regini, Yoshida, Ekdal, Léris, Askildsen, Verre, Damsgaard, Gabbiadini, Torregrossa, Quagliarella.

Ed infatti, passano meno di quattro minuti e la festa inizia… un rimpallo perso a metà campo da Augello, lancia il contropiede dell’Inter, con una serie di ‘dai e vai’ che fa finire la palla all’avanzato Young, che la mette in mezzo rasoterra per l’accorrente Gagliardini, che porta in vantaggio i nerazzurri… con la difesa Samp ancora a fare da arco ai campioni d’Italia…“signori si nasce”, diceva Totò…

Evoluzione strana della partita, con una Sampdoria stranamente portata a fare il gioco e gli uomini di Conte a ripartire come frecce, come ad esempio al 13°, quando  Hakimi si fa tutto il campo, ancora in ripartenza e costringe Audero a superarsi per impedire il 2-0.

E così prosegue il trend del match, a testimonianza di un incontro in cui si ci gioca l’onore, piuttosto che i tre punti… destinati comunque a finire in saccoccia dei padroni di casa, già a partire dal 26°, quando arriva il raddoppio di Sanchez, sull’ennesimo spunto in fase di rilancio di Gagliardini.

Viene naturale pensare che, presentarsi a giocare, così, a San Siro, si poteva fare solo ai tempi in cui avevi, con la maglia del Doria, Trevor Francis (se non Mancini e Vialli), oppure in un match di celebrazione dei nuovi campioni d’Italia… e sia chiaro che non vuol essere un appunto a Ranieri, ma una semplice constatazione del fatto che, se non hai nulla da perdere (e non hai paura), ti viene voglia di confrontarti, a viso aperto, con l’avversario più forte di te… e questi ti castiga… così è il calcio.

Che, come si sa, è pazzo, ma non più di tanto… cosicché, dopo che Tonelli (con un perfetto anticipo su Lautaro), consente ad Jankto di servire Candreva, il cui tocco costringe Handanovich ad una parata difficoltosa, ribattuta in rete da Keita (1-2), ecco che le distanze vengono immediatamente ristabilite, perché Hakimi è incontenibile sulla destra ed il suo assist per Sanchez, solo in mezzo all’area, permette al cileno di girare la palla, di prima, alle spalle di Audero (3-1) e l’illusione di poter riaprire la partita, svanisce … e così, al 36°, nel sacco del “dalle e prendile”, ci sono tre palle nerazzurre ed una blucerchiata.

Gli stessi con cui l’arbitro manda i giocatori a bere il the, nell’intervallo.

Giustamente Conte concede di partecipare alla festa anche a chi, come l’ex genoano Radu, ha fatto panchina tutto l’anno (alle spalle di Handanovich) e lo fa entrare in campo, dal 46°… Stessa cosa che pensa bene di fare Ranieri, buttandone dentro quattro contestualmente, Yoshida (per Tonelli), Damsgaard (Jankto), Verre (Ramirez), Ekdal (Thorsby)…  evidentemente il mister blucerchiato non era molto d’accordo sull’atteggiamento della squadra del primo tempo e lo ha fatto notare con un record di sostituzioni…

Quindici  minuti di Sampdoria, con atteggiamento finalmente guardingo (Ranieri si deve essere fatto sentire), ma serve a ben poco, perché ecco Conte che prima manda a prendersi  attimi di gloria anche a Pinamonti (per Sanchez) e Brozovic per Eriksen e poi pure a Barella (per Gagliardini)… e due di questi (l’ex cagliaritano e l’ex rossoblù) ne approfittano subito concretizzando il 4-1 realizzato da Pinamonti.

La festa continua, con il VAR che invita Ayroldi (per questioni di cm) a concedere il rigore del 5-1 a Lautaro, per un fallo di mano di Adrien Silva, mentre subito dopo i mister effettuano entrambi il quinto cambio, Quagliarella per Keita e Sensi al posto di Lautaro, a poco meno di un quarto d’ora dalle fine.

Riassumendo, la Sampdoria è andata a San Siro con due sacchi ed alla fine, in quello del “dare” ci è finito un pallone, ma in quello del “prendere” ne ha trovati troppi: cinque!

Pensierino finale: sarà bello il calcio champagne, ma i tifosi di chi poi perde, forse si divertono di più con uno  “zero a zero” catenacciaro… ma nel calcio, tutto è opinabile, anche se di certo, al 90°,  mentre chi tifa Inter va in macchina a strombazzare col clacson, quelli della Samp, spengono la Tv amareggiati… cinque reti al passivo, pesano.

 

 

 

 

 

 

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