Genova. Spostare nel sottosuolo l’attuale linea ferroviaria Voltri-Nervi e, al posto dei binari, creare una strada a percorrenza veloce, riservata ad auto e moto con uscite ad ogni ex stazione ferroviaria, con piste ciclabili a norma ai lati. È una delle proposte che Giacomo Puppo, fondatore e punto di riferimento del gruppo Facebook “No alle piste ciclabili a Genova d’intralcio alla viabilità ordinaria” ha proposto al Comune nel corso dell’ultimo incontro col sindaco Marco Bucci e l’assessore alla Mobilità Matteo Campora.
Il gruppo, che conta oltre 5.600 iscritti, ha raccolto per mesi le lamentele dei cittadini che individuano nelle piste ciclabili, e in particolare di quella disegnata in corso Italia, un ulteriore aggravio ai problemi della viabilità anziché una potenziale soluzione. Posizioni che si sono poi raffreddate con la presentazione del progetto per la ciclabile strutturata sul lungomare di Albaro che restituirà almeno in parte le corsie sottratte al traffico veicolare.
“Non ci assumiamo la totalità dei meriti, ma è indubbio che la nostra azione critica, sempre dialogante e costruttiva abbia contribuito a portare ad un miglioramento netto della situazione di un progetto, inizialmente sbagliato che sarebbe comunque stato portato avanti. Grazie a tutto questo, la viabilità ordinaria, che abbiamo difeso, ritroverà il 70% di corso Italia, i mezzi dolci non saranno più a contatto in quella zona coi mezzi tradizionali, è stato introdotto l’obbligo del casco per gli stessi, ci sarà una riqualificazione urbana a spese della comunità europea e non meno importante, la viabilità ordinaria di viale brigate partigiane ritroverà le due corsie perdute, trasformandosi da ciclabili in semplici bike lane“, scrive Puppo. Su quest’ultimo punto in realtà il Comune deve ancora prendere una decisione ufficiale.
Un altro progetto piuttosto singolare che il gruppo “anti-ciclabili” ha proposto al Comune è quello di un sistema di funivie che percorrano la città da Ponente a Levante, con due diramazioni per le vallate, unendo i quartieri collinari. Si tratta di un’idea di Renato Penco, ex coordinatore nazionale della commissione Trasporti della Lega in Liguria. Le stazioni sarebbero collocate in zone come le Lavatrici di Pra’, Sant’Alberto, Coronata, Granarolo, Oregina, Righi, Manin, Brignole, San Martino, Cadighiara, Colle degli Ometti, Quezzi, Terpi, Molassana, Begato e Bolzaneto.
Il gruppo fissa poi alcuni principi cardine per il futuro: “La richiesta di rispetto del traffico tradizionale, di auto, moto e dei sacrifici che le persone fanno per mantenerli; la totale avversità al concetto (per noi errore, specie in una realtà complessa come quella genovese) ricorrente che “chiudere le strade possa far cambiare abitudini alla gente”; il rispetto del codice della strada da parte di tutti (noi per primi, ma senza distinzione di mezzo), ed una contemporanea politica di sanzioni meno oppressiva e vessatoria (sanzionare i colpevoli e rivedere i sistemi elettronici); la necessaria modernizzazione dei nostri mezzi, più adatti all’ambiente, ma partendo dalla situazione attuale e dall’efficienza dei mezzi tradizionali, e non contro tutto questo, favorire e valorizzare moto e scooter, partendo da questo tipo di trasporto senza il quale la nostra città sarebbe paralizzata, valutare qualunque modifica in base al territorio che abbiamo ed all’età media genovese che essendo troppo elevata rende difficile che gli stessi utenti si privino dei mezzi privati (e sicuramente non a favore di quelli “dolci”) se non si genera un sistema di trasporto sicuro, veloce, ma soprattutto comodo, cercare sempre di dialogare e proporre civilmente ed educatamente. Questo non ci vieterà di criticare e non assecondare eventuali progetti avversi, ma solo per delle motivazioni vere”.