Lettera al direttore

Appello

Europa Verde Liguria: “Per le imprese agricole nelle aree interne”

Sull'esigenza di una copertura a banda larga del territorio dell'entroterra per favorire le aziende agricole e l'economia in generale

entroterra pietra veduta

Genova. Riceviamo e pubblichiamo da Danilo Bruno, Europa Verde Liguria.

“In questi giorni ci è capitato di leggere un importante intervento del direttore della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) per il Levante Ligure: Ivano Moscamora, in cui, a stare a notizie di stampa, avrebbe invocato l’esigenza di una copertura a banda larga del territorio dell’entroterra per favorire le aziende agricole e l’economia in generale.

Ci permettiamo di esprimere il nostro convinto consenso poiché finalmente si guarda all’entroterra come ad una area ancora piena di valori sociali e culturali in cui sia possibile tornare a vivere e soprattutto a produrre reddito in grado di permettere l’insediamento di famiglie stabili.

La necessità di una copertura globale (già inseguita per anni dalla Regione Liguria) è ormai di interesse fondamentale e prioritario per ogni collettività e ciò è stato dimostrato in questi mesi di pandemia, che con la didattica a distanza ha dimostrato tutti i limiti dell’attuale sistema socio – economico. Esso ha manifestato tutti i segni di un evidente squilibrio a favore delle zone costiere contrapposte all’abbandono delle aree interne.

Noi di Europa Verde, come abbiamo scritto in un documento per la crescita sostenibile dell’entroterra messo a disposizione di tutte le forze politiche della coalizione di centrosinistra ma anche di quelle sociali, culturali, professionali e del lavoro , riteniamo che vi sia una esigenza più grande ovvero chi va a vivere nell’entroterra non deve divenire una sorta di eroe ma piuttosto deve avere la garanzia di poter di tutti i diritti costituzionali e quindi servizi pubblici adeguati, scuole, ospedali, medici, punti di incontro e di socializzazione poiché le aree interne hanno una loro storia e una loro cultura per cui vivere a contatto o più vicino alla natura deve essere una scelta di vita consapevole, fatta da cittadini e cittadine nella pienezza dei loro doveri e diritti e non da persone che pensano ad avere una seconda casa a poco costo per realizzare un turismo poco sensato e di scarso interesse”.

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