Genova. A più di quattro mesi dall’apertura i cittadini del comitato di via Piave tornano alla carica contro Esselunga, accusata di creare problemi non solo dal punto di vista della viabilità in Albaro ma anche per l‘inquinamento ambientale e acustico. Sabato 8 maggio alle 10.30 i comitati hanno convocato un presidio di protesta.
Tra i problemi elencati, “l’aumento di traffico causato dai clienti di Esselunga e dagli enormi bilici di rifornimento nella via e nel quartiere, l’aumento conseguente dell’inquinamento ambientale con danno per la salute e qualità della vita dei residenti”. Ma si parla anche di “inquinamento acustico intollerabile di notte durante la stagione estiva”.
L’ultimo oggetto del contendere è infatti l’apertura fino alle 22 del bar Atlantic, annesso al supermercato e dotato di una terrazza con vista mare, che finora rimaneva in funzione fino alle 21. Il caso ieri è stato anche al centro di un’interrogazione in Consiglio comunale presentata da Gianni Crivello che ha spiegato come “buona parte della cittadinanza sia in sofferenza perché l’insediamento ha visto una serie di modifiche significative in corso d’opera”.
“Col decreto Bersani negozi non hanno più orari che devono rispettare – ha risposto l’assessora al Commercio Paola Bordilli -. È stato dato un nullaosta con autorizzazione ad aprire fino alle 22 in base a dati tecnici e non politici. Se la cittadinanza trovasse problematiche sui rumori, noi siamo a disposizione”.
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Ma le lamentele dei residenti si concentrano soprattutto sul traffico. “Con l’approssimarsi della stagione balneare” si verificherà “l’aggiunta ulteriore dei veicoli diretti agli stabilimenti balneari” con “code inevitabili, prevedibili, su tutta corso Italia, sia per i veicoli privati in transito, sia per i mezzi pubblici e aumentato inquinamento per i ciclisti in transito”, si legge nel comunicato.
E ancora: “Situazione analoga di ingorghi e code sulla direttrice interna Rosselli-De Gasperi-Righetti, fino a via Cavallotti. Spostare le code non risolve il problema alla base: l’assurda decisione di inserire una struttura da 1500 metri quadri + 500 metri quadri di bar, nella via e nel quartiere, evidentemente non idonei a ricevere il traffico aggiuntivo”.