La sferzata

Depositi chimici, sindacati sul piede di guerra: “Basta rimpalli, il sindaco ci convochi”

"Le parti sociali sono state completamente ignorate nel dibattito pubblico, l'impegno del sindaco era di coinvolgere tutte le realtà interessate nel percorso di trasferimento"

bucci depositi costieri

Genova Mentre il dibattito pubblico sul dislocamento dei depositi chimici di Multedo è appena entrato nel vivo con le prime consultazioni in ambito municipale, ad alzare la mano e la voce sono i sindacati, preoccupati per le ricadute occupazionali della situazione.

“Le Segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltuc Uil sono fortemente preoccupate di come le contraddizioni della politica stiano azzerando l’operatività di alcune aziende della nostra città – si legge nella nota stampa congiunta inviata in queste ore – le controverse posizioni di questi ultimi anni non hanno ancora messo la parola fine alla ricollocazione delle unità produttive “Carmagnani” e “Superba”, due realtà che a Genova hanno investito e vorrebbero continuare a farlo“.

“Oggi più di prima il rimpallo della politica, dei comitati e dei municipi rischia di incrinare la stabilità di queste due aziende, dando il via a ripercussioni negative per Genova e per i lavoratori che sono nelle stesse impiegati, con la conseguente perdita di altri posti di lavoro.
Crediamo che in questi anni si sia veramente aspettato troppo: la prima ipotesi del trasferimento delle due realtà è datata 1988; da allora ad oggi ciclicamente si riparla delle due aziende, della loro necessaria delocalizzazione, ma senza trovare una soluzione al problema”.

L’idea del trasferimento è cosa accettata, ma sempre nella tutela del lavoro: “Siamo consapevoli del fatto che le attuali sedi di Carmagnani e Superba siano troppo vicine alle abitazioni e inglobate dalla delegazione di Multedo, è altresì vero che trovare una soluzione alternativa a Genova è estremamente complesso, ma non possiamo pensare che queste realtà spostino le proprie sedi al di fuori della nostra città”.

La cosa che però desta più preoccupazione alle maestranze è l’andamento del dibattito politico e pubblico: “Le parti sociali sono state completamente ignorate nel dibattito pubblico, l’impegno del sindaco era di coinvolgere tutte le realtà interessate nel percorso di trasferimento. Crediamo che le parti sociali possano, come sempre, dare il proprio contributo in una discussione così complessa. Chiediamo quindi al Comune di Genova e alla Città metropolitana un incontro in tempi brevi per poter conoscere nel dettaglio le ipotesi vagliate sino ad ora, valutarne insieme la reale fattibilità e condividere un percorso il più concreto possibile. L’obbiettivo comune deve essere quello di trovare una soluzione che permetta di rendere operative al meglio queste aziende senza impattare troppo sulle criticità di questa città“.

“Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil sono al fianco dei lavoratori delle aziende in questione – chiude la nota – come fatto in precedenza adotteranno tutte le azioni che insieme si riterranno più opportune per sostenere la presenza sul territorio genovese delle aziende e quindi del lavoro. Tutti devono essere consapevoli che non trovare una soluzione al problema in tempi brevi porterà a parlare di esuberi di personale altamente specializzato anziché discutere di investimenti e di assunzioni: una situazione paradossale che Genova non si può permettere”.

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