Sestri Levante. Il viadotto Valle Ragone dell’autostrada A12, situato tra i caselli di Lavagna e Sestri Levante, è stato chiuso in entrambe le direzioni ai mezzi pesanti oltre le 3,5 tonnellate a seguito dell’esito delle ispezioni dai tecnici del ministero delle Infrastrutture avvenute oggi.
Il blocco ai tir è già operativo come si evince dal sito di Autostrade che recita: “Chiusura pesanti con peso superiore alle 3,5 tonnellate tra Lavagna e Sestri Levante per lavori”. Per i mezzi pesanti è prevista l’uscita obbligatoria a Lavagna in direzione Livorno e a Sestri Levante in direzione Genova. L’unica alternativa è percorrere l’Aurelia. Nel pomeriggio è stata convocata una riunione in videoconferenza con la Prefettura, Autostrade e la Regione.
Le ispezioni hanno messo in luce alcune criticità legate a “difetti che riguardano gli apparecchi di appoggio e le pile che non soddisfano le condizioni di sicurezza previste – conferma l’ispettore del Mit Placido Migliorino, che in queste ore ha coordinato i sopralluoghi sulle autostrade liguri – per questi motivi si è dovuto ridurre il carico sulle infrastrutture”. E ora? “Andranno rifatte le verifiche, perché quelle di Aspi non andavano bene – sottolinea Migliorino – andranno fatti degli interventi, e forse tra qualche giorno si potrà alzare l’asticella della massa, almeno fino alle 26 tonnellate”, vale a dire escludere solamente i trasporti eccezionali.
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“Piangiamo tutti i giorni i 43 morti del Morandi e non so se a quasi tre anni da quella tragedia sia più grave che il Mit stia ancora facendo ispezioni, che pensavamo fossero abbondantemente terminate, o che il risultato di queste ispezioni siano sempre situazioni che non ci danno totale sicurezza”, è il commento dell’assessore regionale alle infrastrutture Giacomo Giampedrone.
Lo stato pessimo della struttura del Ragone era noto da tempo alle istituzioni del territorio. Il consigliere della città metropolitana Marco Conti già nel 2018 aveva trasmesso un report con documentazione fotografica alla società Autostrade ma senza mai aver avuto alcun riscontro in merito.
“La misura compensativa è stata definita di concerto con le strutture tecniche del Mims, a seguito dei sopralluoghi congiunti periodicamente programmati sulle infrastrutture della rete insieme alla direzione di tronco – comunica Autostrade in una nota -. Le verifiche tecniche condotte sul viadotto, in linea con le linee guida del Consiglio Superiore dei lavori pubblici emanate ad aprile 2020, esaminate in occasione del sopralluogo, hanno confermato la piena stabilità dell’infrastruttura, già registrata dai controlli effettuati da società esterne specializzate di ingegneria, mentre è stata condivisa una carenza intrinseca del Valle Ragone rispetto ad alcune azioni previste dalla normativa attuale per la progettazione dei ponti di nuova costruzione che sono molto amplificate rispetto alle norme precedenti”.
“In attesa dell’avvio dei lavori di adeguamento dell’opera, dei quali la direzione di tronco di Genova ha già avviato la progettazione, è stata adottata, in accordo con il Mims, la misura di limitazione al solo traffico pesante. Parallelamente, è stato individuato nel Politecnico di Torino, l’Istituto Universitario cui affidare la validazione di possibili innalzamenti del carico pesante transitabile, in merito alle soglie di carico massimo, da sottoporre e confermare con il Mims nelle prossime ore. Il viadotto Valle Ragone, resta pienamente fruibile al transito dei veicoli leggeri”, conclude la nota.
Provvedimenti simili a seguito di ispezioni erano già stati adottati per il viadotto Sori della A12 e per i viadotti Pecetti e Fado della A26. Chiusure che erano state poi rimosse dopo il superamento di prove di carico in orario notturno.
Giampedrone ricorda che “stiamo parlando di programmazione di rimozione dei cantieri per l’estate, ma non è assolutamente compatibile con ispezioni ancora in corso e nuovi rischi per la sicurezza. Di certo, se siamo ancora alla fase delle ispezioni, non posso certo programmare nessuna dismissione di cantieri perché la sicurezza è la priorità assoluta. Naturalmente, tutte queste informazioni alla Regione arrivano come ultima, addirittura dopo i sindaci: così è difficile lavorare e interloquire con tutti i soggetti in campo”.