Albenga. E’ dedicata a David Balleri, la 50ª figurina dell’Album dei ricordi blucerchiati, pendolino della fascia destra del Doria, dal 1995 al ’99, chissà se approdato alla Samp (insieme ai compagni Marco Franceschetti e Filippo Maniero), anche grazie al quel penalty che, realizzato, nella lotteria dei rigori, aveva permesso al Padova, in cui militava, di vincere lo spareggio col Genoa e mantenere la Serie A.
Oltre ai tre patavini, quell’anno, Enrico Mantovani azzeccò due acquisti importantissimi, quali Christian Karembeu e Clarence Seedorf, non a caso poi finiti entrambi a giocare nel Real Madrid… E non sono stati questi gli unici ingaggi di grande valore, effettuali dal figlio del Presidentissimo, cui non tutti i tifosi, tutt’oggi, riconoscono i meriti sportivi della sua presidenza (vedi i successivi ingaggi di Sebastian Veron, Pierre Laigle, Vincenzo Montella, Alain Boghossian, Ariel Ortega ed, ancorché poi non dimostratisi all’altezza del nome, Jurgen Klinsman e Giuseppe Signori), offuscati dalla retrocessione maturata proprio nell’ultima stagione di Balleri in quel di Genova e soprattutto dalle difficoltà legate ai differenti ricavi prodotti dalla Serie B, in cui – se cadi – devi tirarti fuori di corsa, se non vuoi pagarne alla lunga i risvolti negativi sul conto economico.
Ma torniamo all’arrivo a Genova della nostra ‘figurina’, in una super Sampdoria, visto che oltre ai precitati compagni, Balleri si è trovato a giocare con Roberto Mancini, Enrico Chiesa, Moreno Mannini, Siniša Mihajlović, Walter Zenga, Riccardo Ferri, Alberigo Evani, Giovanni Invernizzi, Fausto Salsano…
E vogliamo parlare dei mister che erano seduti sulla panchina blucerchiata in quel periodo? Sven-Göran Eriksson, il primo ed a seguire, “El Flaco“, César Luis Menotti, Vujadin Boškov, Luciano Spalletti (e per un breve periodo anche David Platt)
Mica male, oserei dire che ha fatto meglio dello zio, Costanzo Balleri, altra colonna amaranto del Livorno, che a cavallo degli anni ‘50/60, ha vestito la maglia della “grande” Inter di Helenio Herrera, giocando con fior di campioni, a difendere con Armando Picchi, Aristide Guarnieri e Giacinto Facchetti, i goal di Eddie Firmani, Valentin Angelillo, Sandro Mazzola e Gerry Hitchens, messi in porta dagli assist di Mariolino Corso e Luisito Suarez.
Centosedici presenze e quattro goal, per la Sampdoria… il primo in un 2-0 alla Cremonese, a Marassi, il secondo sempre a Genova in un 2-3 con l’Atalanta (piatto destro su secondo palo, a raccogliere un cross di Evani), il terzo in un roboante 3-0, rifilato alla Juventus, allo stadio “Delle Alpi” ed il quarto in un pirotecnico 3-3, col la Lazio, ancora al Ferraris… tutti nel suo primo anno a Genova. Non iscriverà più il suo nome nel tabellino dei marcatori, nei tre anni successivi a Genova, ma lascerà un gran bel ricordo per le sue infinite sgroppate sulla fascia destra (durante il suo periodo a Lecce, formò con Max Tonetto – che poi vestirà il blucerchiato qualche anno dopo – una coppia di terzini alla Cafù, il terzino della Roma, ma soprattutto del Brasile, 142 maglie con la Nazionale verdeoro, più 8 con l’Olimpica carioca, al quale Balleri assomigliava parecchio quando correva avanti ed indietro per il campo come un “Pendolino”).
Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati”
Bruno Mora, l’ala perfetta
Trevor Francis, “the striker”
Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta”
Nacka Skoglund, il re del tunnel
Toninho Cerezo, samba scudetto
Graeme Souness, “Charlie Champagne”
Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est
Sebastián Verón, “La Brujita”
Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70
Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp
Ernst Ocwirk, il faro del Prater
Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego
José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro
Srecko Katanec, la gazzella slovena
Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri
Luca Vialli, il bomber
Eddie Firmani, il “tacchino freddo”
Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi
Sergio Brighenti, il capocannoniere
Roberto Vieri, la fantasia al potere
Mario Frustalupi, il piccolo grande” regista
Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto
Fausto Pari, una vita da mediano
Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso
Walter Zenga, l’uomo ragno
Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”
Attilio Lombardo, il “Popeye”
Valter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina
Alessandro, “il conquistatore” Scanziani
Enrico Nicolini, “il Netzer di Quessi””
Loris Boni, il “baffo” col numero 8
Boškov e Veselinović, gli jugoslavi Maryan Wisniewski , il francese arrivato da Lens
Giorgio Garbarini, il generale Custer
Marco Rossinelli, fuga per la vittoria
Pietro Vierchowod, lo Zar
Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”
Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia
Giovanni Guerrini, il Robot Mazinga Z
Marco Sanna, il guerriero ichnuso
Fabian Valtolina, il velocissimo “Beep Beep”
Fabrizio Casazza, portiere da gradinata
Angelo Benedicto Sormani, il Pelé bianco
Alessandro Grandoni, il Lippi del 2000
Roberto Galia, terzino o mediano?
Ivano Bordon, la “Pallottola”
Alberto Mariani, libero, non stopper
Alessandro Cucciari, ambidestro perfetto
Massimo Cacciatori, il Batman dei portieri