Genova. Talvolta la qualità, vale più della quantità, ecco il perché della 48esima figurina dell’album dei ricordi blucerchiati, dedicata ad Alessandro Cucciari, centrocampista della Sampdoria, di inizio terzo millennio, cresciuto nel vivaio della Roma, che lo ha fatto giocare in Serie A (6 partite), quando era ventenne, mettendolo a giostrare al fianco di Bruno Conti e Giuseppe Giannini, a servire palle goal a punte quali Ruggiero Rizzitelli e Rudi Völler, prima di lasciarlo andare a farsi le ossa, in un lungo girovagare sui campi delle serie inferiori, passando da Verona (subito promozione in A), Modena, Casarano, Lecce (che porta dalla C alla A), Perugia (altra scalata in A), fino ad approdare alla Ternana, dove si mette a distribuire assist ad un paio di goleador niente male, Sandro Tovalieri e Fabrizio Miccoli.
E’ in Umbria, che lo pesca la Sampdoria, nell’estate del 2000, con l’intento di affidare a Gigi Cagni, subentrato a Giampiero Ventura, un player che sappia usare indifferentemente i due piedi, da affiancare a Dario Marcolin, Simone Vergassola e Marco Sanna, alla ricerca di un ritorno nella massima serie, che invece sfugge, come l’anno prima…
Non solo… il feeling con mister Cagni non decolla, tanto che Cucciari raggranella solo una decina di presenze al suo primo anno in blucerchiato e deve aspettare l’arrivo di Gianfranco Bellotto, il campionato successivo, per inanellarne altre diciassette… ed è qui che si accende il flashback della nostra memoria…
E’ una domenica di dicembre… a Marassi, si sfidano – guarda caso – Sampdoria e Ternana e (dal tabellino che sono andato a recuperare in internet), Bellotto manda in campo, schierati con un bel 4-4-2: Mondini, Sakić, Grandoni, Conte, Sanna, Marcolin, Vasari (dall’84° Lombardo), Cucciari (dal 67° Tricarico), Esposito (dal 61° Traversa), Flachi, Iacopino, con in panchina Casazza, Stendardo, Bonomi e Luiso.
Sono in gradinata, la Samp vince 4-2, ed oltre alla doppietta di Vincenzo Iacopino ed al goal di Gaetano Vasari, ho il piacere di assistere al goal dell’ex, Cucciari, confermato titolare dal mister, dopo la buona prova fornita nel pareggio (1-1) a Messina, del precedente week end. La prestazione di Alessandro è “da sette” e tale da convincere il tecnico blucerchiato, da lì in avanti, a far diventare l’ex romanista una presenza quasi costante, nelle battaglie sostenute dalla Samp, per evitare il baratro della C.
La seconda firma su un tabellino blucerchiato, gliela ha impedita un incrocio dei pali dello stadio San Vito di Cosenza, contro i rossoblù allenati da Emiliano Mondonico, uno 0-0, per via di quella tremenda botta di Cucciari, su punizione allo scadere del tempo, stampatasi sui pali, col portiere Davide Micillo impossibilitato ad intervenire… Anche qui, un geometrico 4-4-2: Mondini, Sakić (dall’84° Živković), Grandoni, Conte, Sanna, Vasari (dal 90° Lombardo), Cucciari, Bernini, Esposito, Flachi, Luiso (dal 66°Possanzini) ed in panca: Casazza, Stendardo, Marcolin ed Iacopino.
Chi, come Alessandro Grandoni, ci ha giocato assieme, ha perfettamente ragione ad asserire che trattasi di “calciatore dalla tecnica raffinata. Destro o sinistro? Non riuscivi a capire quale era il suo piede naturale”.
Della stessa serie “Album dei ricordi blucerchiati”
Bruno Mora, l’ala perfetta
Trevor Francis, “the striker”
Ruud Gullit , “Cervo che esce di foresta”
Nacka Skoglund, il re del tunnel
Toninho Cerezo, samba scudetto
Graeme Souness, “Charlie Champagne”
Aleksei Mikhailichenko, la stella dell’Est
Sebastián Verón, “La Brujita”
Luisito Suárez, “El arquitecto” dei primi anni ’70
Tito Cucchiaroni, una leggenda nella storia della Samp
Ernst Ocwirk, il faro del Prater
Giancarlo Salvi, il “golden boy” di Dego
José Ricardo “China” da Silva, il goleador brasileiro
Srecko Katanec, la gazzella slovena
Jorge Toro, dalle Ande agli Appennini Liguri
Luca Vialli, il bomber
Eddie Firmani, il “tacchino freddo”
Ermanno Cristin, il “Nordahlino” di Marassi
Sergio Brighenti, il capocannoniere
Roberto Vieri, la fantasia al potere
Mario Frustalupi, il piccolo grande” regista
Gaudenzio Bernasconi, l’orsacchiotto
Fausto Pari, una vita da mediano
Giovanni Invernizzi, la classe operaia in paradiso
Walter Zenga, l’uomo ragno
Giovanni Lodetti, da “basleta” a “baciccia”
Attilio Lombardo, il “Popeye”
Valter Alfredo Novellino, il Monzon della panchina
Alessandro, “il conquistatore” Scanziani
Enrico Nicolini, “il Netzer di Quessi””
Loris Boni, il “baffo” col numero 8
Boškov e Veselinović, gli jugoslavi
Maryan Wisniewski , il francese arrivato da Lens
Giorgio Garbarini, il generale Custer
Marco Rossinelli, fuga per la vittoria
Pietro Vierchowod, lo Zar
Francisco Ramón Lojacono, “el tanguero”
Domenico Arnuzzo, il geometra di fascia
Giovanni Guerrini, il Robot Mazinga Z
Marco Sanna, il guerriero ichnuso
Fabian Valtolina, il velocissimo “Beep Beep”
Fabrizio Casazza, portiere da gradinata
Angelo Benedicto Sormani, il Pelé bianco
Alessandro Grandoni, il Lippi del 2000
Roberto Galia, terzino o mediano?
Ivano Bordon, la “Pallottola”
Alberto Mariani, libero, non stopper