Contrabbando

Aerei in Italia senza pagare le tasse: scoperti dalla Sezione Aerea della Finanza di Genova, c’è anche un imprenditore ligure

Tutto è partito da un sorvolo nel Monferrato: 17 aeromobili sequestrati, per un valore di 10 milioni di euro

elisoccorso,

Genova. Acquistavano gli aerei negli Usa, li immatricolavano lì intestandoli fittiziamente a cittadini statunitensi, ma poi li utilizzavano in Italia. Il tutto per non dover pagare le tasse di importazione. Ma la Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Genova, durante uno dei suoi sorvoli, ha avvistato nel Monferrato alcuni di quei velivoli: e così, dopo un anno e mezzo di indagini, sono scattati i sequestri.

Ad eseguirli è stato il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Asti coordinato da Laura Deodato, sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Asti. I sequestri preventivi sono avvenuti presso aeroporti ed aviosuperfici in numerose località italiane: l’Operazione Icaro ha portato alla confisca di 17 aeromobili per un controvalore complessivo pari a 10 milioni di euro. L’accusa è quella di contrabbando doganale.

A dare il via alle indagini, condotte dai finanzieri astigiani in varie province italiane (Asti, Alessandria, Genova, Milano, Cremona, Varese, Bolzano, Venezia, Padova, Bologna, Ravenna, Pisa, Perugia, Terni, Viterbo, Roma, Caltanissetta e Ragusa), è stata proprio la Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Genova: circa 18 mesi fa, nel corso di uno dei sorvoli che le Fiamme Gialle compiono regolarmente sul Nordovest, i militari hanno notato una aviosuperficie nel Monferrato in cui si trovavano diversi aeromobili con targa statunitense.

Da lì sono partiti gli approfondimenti, che hanno portato alla luce l’evasione di rilevanti diritti doganali di confine da parte di cittadini italiani (tra cui un imprenditore ligure) che risultavano essere i beneficiari ed effettivi utilizzatori degli aerei e degli elicotteri nonostante gli stessi fossero registrati negli Usa.

Una pratica fraudolenta grazie alla quale riuscivano ad utilizzare stabilmente i velivoli nello spazio aereo italiano ben oltre il periodo massimo di sei mesi previsto per il regime di temporanea importazione per i velivoli immatricolati all’estero. Gli aeromobili venivano utilizzati sia per fini personali che per fini commerciali: in qualche caso sono stati impiegati addirittura per riprese cinematografiche anche in fiction televisive e film internazionali.

Il meccanismo illecito, architettato da due esperti nel settore aeronautico e utilizzato da 18 cittadini italiani, ha permesso di eludere gli obblighi connessi alle procedure di importazione definitiva, con la conseguente evasione dell’Iva da versare in Dogana quale “diritto di confine” per un ammontare totale superiore ai 2 milioni di euro, nonché dell’immatricolazione nel registro delle targhe italiane di numerosi aeromobili.

“L’operazione – fanno sapere le Fiamme Gialle – conferma il costante impegno della Guardia di Finanza, con il continuo coordinamento dell’Autorità Giudiziaria supportata anche dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Alessandria, nell’azione di tutela della collettività e degli imprenditori onesti, al fine di contrastare i gravi danni arrecati al sistema economico nazionale da soggetti che operano sul mercato in modo spregiudicato ed illecito, falsando la leale concorrenza”.

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