In salita

A Genova riaprono le palestre, ma non c’è il pienone. E alcune restano chiuse fino a giugno

La preoccupazione maggiore è recuperare i soldi dell'abbonamento: "Per tornare alla normalità dovremo aspettare settembre"

Genova. La voglia di allenarsi c’è, ma a prevalere è la volontà di recuperare i soldi persi. E così il primo giorno di apertura delle palestre dopo 7 mesi di stop non regala particolari soddisfazioni ai gestori genovesi, in queste ore sono impegnati soprattutto a risolvere i problemi organizzativi. Una ripartenza in salita, sulla scorta di quanto è avvenuto per il settore della ristorazione, anche se in questo caso le norme anti-contagio non c’entrano.

“In realtà sta andando meglio di quello che pensavo – spiega Roberto Semino, titolare di una palestra a Sestri Ponente e presidente dell’Associazione Sport Liguria che riunisce circa 250 strutture in tutta la regione – ma nonostante questo oggi lavoriamo con qualche decina di persone. Non abbiamo certo la fila fuori dalla porta. Stamattina sarà entrato un centinaio di persone e non tutti per allenarsi. La maggior parte è preoccupata non tanto per i contagi, ma per l’abbonamento”.

A tenere banco, infatti, è la questione del voucher che le palestre erogano al posto del rimborso in denaro per il periodo di abbonamento non goduto. Si tratta di un buono utilizzabile nella stessa struttura fino a 6 mesi dopo la fine dello stato di emergenza, al momento fissata al 31 luglio 2021. Il funzionamento dovrebbe essere relativamente semplice: se la tessera annuale costasse 365 euro, ogni giorno di chiusura della palestra a causa del Covid varrebbe un euro. Con quella cifra le palestre offrono altri abbonamenti o pacchetti con diverse formule.

Anche per questo la riapertura è dimezzata. “È come se avessero aperto gli stabilimenti balneari a settembre. Aprire a giugno ci costringe a optare per un palinsesto più ristretto. Siamo a circa tre quarti dell’affluenza che avevamo prima, e se prima a lavorare c’erano 50 persone ora ce ne sono 25. Dovremo recuperare gradualmente, ma per tornare alla normalità dovremo aspettare almeno settembre”.

Tutto ciò considerato, molti gestori hanno deciso di posticipare la riapertura alla prossima settimana o direttamente ai primi di giugno. Come Enzo Caminiti, titolare di un centro fitness nel centro di Genova: “Noi riapriremo il 31 maggio. Organizzarsi così rapidamente è un problema, le cose da fare sono tante ed è difficile gestire la clientela, soprattutto per quanto riguarda i voucher. Alcuni clienti capiscono le difficoltà e addirittura rinunciano al rimborso, e noi cercheremo di premiarli offrendo uno sconto più avanti. Altri invece non lo fanno”.

Le norme anti-Covid da rispettare sono praticamente le stesse con cui le palestre avevano riaperto a maggio del 2020: misurazione della temperatura, mascherina obbligatoria quando non si fa attività fisica, divieto di utilizzare le docce, dispenser di gel disinfettante, distanza di un metro tra le persone, pulizia obbligatoria degli attrezzi dopo l’uso da parte di ogni utente.

Ma non sono le regole a spaventare: “Le linee guida erano già pronte e sinceramente cercheremo di applicarle con un po’ di elasticità. Ma saranno comunque mesi interlocutori – conclude Caminiti -. Se ci riprenderemo o no lo capiremo non dall’estate, ma almeno dall’autunno. A parte i clienti affezionati per cui la palestra è un habitat, la maggior parte ora si dedica alle attività outdoor. Speriamo di recuperare perché le spese, gli investimenti e i mutui abbiamo dovuto pagarli lo stesso e i ristori non ci sono stati”.

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