Genova. Europa ancora in ordine sparso sulla gestione del vaccino “di casa” AstraZeneca, sviluppato in collaborazione con l’università inglese di Oxford: l’Olanda ha deciso, in controtendenza rispetto agli altri paese, di sospendere nuovamente la somministrazione di questo vaccino, mentre oramai da tre giorni in Germania viene utilizzato solamente per le persone sopra i 60 anni, escludendo quindi i giovani.
Tutto ciò mentre si accavallano le notizie di nuovi presunti casi di trombosi cerebrale legati al coagulo del sangue in paziente trattati da pochi giorni con questo vaccino: nelle ultime ore sarebbero almeno 7 i nuovi casi registrati nel Regno Unito, che si aggiungono agli altri 23 già noti su oltre 1,8 milioni di dosi inoculate.
Anche Genova, però, è toccata dal dibattito, con la triste notizia del decesso arrivato questa mattina per la giovane insegnante di 32 anni, morta a causa di un’emorragia cerebrale in un quadro trombotico, come accertato dai medici del San Martino, dove era stata ricoverata in rianimazione nella giornata di ieri in condizioni disperate. La donna era stata vaccinata lo scorso 22 marzo proprio con il AstraZeneca: dopo il decesso sono scattate le procedure per provare a fare chiarezza su quanto è successo, a partire dalla segnalazione all’Aifa.
Circa un mese fa, il 12 marzo il vaccino era stato sospeso in diversi stati europei, tra cui Danimarca,la Norvegia, e l’Islanda, seguiti poi da Italia, Austria, Lettonia, Lussemburgo, Lituania, Francia e Germania. Lo stop aveva spinto l’Ema ha procedere con delle verifiche che però non avevano confermato il collegamento diretto tra il vaccino e i casi di trombosi registrati, ridando il via libera alla somministrazione.
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