Lettera al direttore

Prima persona

Vaccini, lo sfogo di un ultravulnerabile: “Dose a fine maggio, sistema regionale scadente e ambiguo”

"La prima difficoltà è mantenersi aggiornati quando le informazioni cambiano quasi giornalmente"

Generica

Genova. Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Monica Leonardo, compagna di un cittadino ultravulnerabile che racconta la propria esperienza di prenotazione del vaccino anti Covid.

“Buongiorno,
sono la convivente di una persona ultravulnerabile e scrivo per denunciare come il sistema di vaccinazioni nella mia città, Genova, sia scadente e ambiguo. La prima difficoltà è mantenersi aggiornati quando le informazioni cambiano quasi giornalmente (per esempio pare che ora non vi sia più la distinzione tra ultravulnerabili e vulnerabili secondo il sito della regione Liguria).

Gli ultravulnerabili, come il mio compagno, sono stati individuati e segnalati, dal medico di famiglia, in liste che si presupponeva avessero la priorità come la categoria degli over 80. A Genova, da quando è stato inaugurato il centro vaccinale di San Benigno, sono stati somministrati vaccini Moderna a tutti, fascia di età 70-79 senza fragilità, a seguito di prenotazioni molto rapide dalle farmacie. Conseguenza? molti hanno disdetto la prenotazione per la vaccinazione con Astrazeneca per avere in tempi minori Moderna. E gli Over 80 ed ultravulnerabili? Stanno ancora aspettando.

Il mio compagno è stato contattato dalla Asl la settimana successiva a Pasqua, la qualità della comunicazione è stata pessima perciò è stato difficile comprendersi con l’operatrice, nonostante questo dopo avergli chiesto la zona di residenza è stato prenotato nella sede del nostro quartiere a fine maggio.

Parlando poi con persone che hanno seguito il nostro iter scopriamo che a loro sono state proposte altre sedi con tempi decisamente molto inferiori (Voltri il giorno seguente, in fiera la settimana successiva). A questo punto decido di contattare qualcuno per cambiare l’appuntamento spostandoci dalla nostra zona di residenza e inizia un turbinio di telefonate che non ha portato a niente.

Cup, 800938883 numero della regione per informazioni, 800938818 numero per la prenotazione dei vaccini. Tutti ci hanno risposto che le liste dei pazienti ultravulnerabili non sono loro accessibili e che la procedura prevede di disdire la prenotazione, chiedere al medico curante di essere reinserito nella lista ultravulnerabili, attendere una nuova chiamata da un operatore asl… Procedura da tutti sconsigliata per il rischio di finire ben dopo la fine di maggio.

Sapendo che ci sono persone che ancora non sono state contattate, come una signora di 98 anni che nonostante sia allettata al proprio domicilio con la 104 ed accudita dalla figlia ultrasettantenne che non si sente di affidarla alle cure domiciliari per paura che la madre si ammali, la madre di un’amica, ultravulnerabile, contattata e a causa della comunicazione disturbata è “caduta la linea” e non è stata più contattata… Con quale coraggio rinunciare al nostro appuntamento per tentare la sorte?

Dopo tutta questa premessa, mi scuso per essermi così dilungata e mi chiedo: questo è quello che lo Stato fa per proteggere i suoi cittadini più fragili? Sono indignata nel vedere la maggior parte dei politici farsi vanto dei propri successi per la campagna vaccinale che hanno proposto, che somiglia di più a una gara a chi fa meno peggio, piuttosto che a un intento comune e condiviso per sconfiggere il virus e la pandemia.

Sono arrabbiata nel pensare che proprio quella classe politica di cui sopra sia già vaccinata (e magari anche le loro famiglie o amicizie, perdonate lo sfogo) mentre noi, e tanti come noi, vivono nell’incertezza e nella paura per i nostri cari o amici o per se stessi, vedendo il vaccino come un traguardo molto lontano, nella speranza di arrivarci. Vi sembra corretto?”.

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