Disastro

“Tre ore per tornare a casa dopo la notte di lavoro”: genovesi ancora in ostaggio di autostrade e trasporti

La testimonianza di un'infermiera uscita dal lavoro alle 7 e rientrata a casa alle 10, dopo ore di coda in autostrada

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Genova. Sono le 10 quando finalmente varca la soglia di casa per concedersi il meritato riposo, dopo una notte di lavoro all’ospedale. Ma il turno è finito alle 7: “Tre ore della mia vita buttate via, troppo spesso è così, siamo in ostaggio dei cantieri e di un servizio di trasporto pubblico non sufficiente”.

Questo lo sfogo di Alessandra Rapetti, infermiera del policlinico San Martino di Genova e residente ad Ovada, una delle centinaia di pendolari che ogni giorno raggiungono il capoluogo per lavoro e che ogni giorno devono fare i conti con un logistica fuori controllo e che non lascia alternative: “Purtroppo siamo costretti a prendere la macchina perchè gli orari dei treni sono incompatibili con i turni di lavoro, con attese di ore”. Attese peggiorate in questo periodo di restrizioni, visto che i bar son chiusi: “E allora siamo costretti ad utilizzare il mezzo privato, andando ad alimentare il traffico e il congestionamento della viabilità”.

Oggi una nuova giornata campale, con il blocco della A10 a causa di un guasto durante i lavori di asfaltatura. Ma Alessandra è anche parte del Comitato Difesa Trasporti Valli Stura e Orba, che da anni si batte per il rafforzamento del trasporto pubblico su rotaia, considerato essenziale per risolvere i problemi legati agli spostamenti dei genovesi, e non solo: “Proprio in questi giorni la Francia ha deciso di tagliare i voli interni per potenziare il trasporto ferroviario – sottolinea – considerato più efficiente e sostenibile a livello ambientale. Noi stiamo ancora aspettando la 14esima coppia di treni per completare l’orario cadenzato della nostra regione, dove ci sono ‘buchi’ di ore. I treni potevano essere l’alternativa per questi mesi di caos legati ai cantieri, ma invece tutto è rimasto uguale, se non peggio“.

Potenziamento del trasporto ferroviario che da tempo è oggetto di un rimpallo tra Regione Liguria, firmataria del contratto di servizio, e il Governo, a cui è stato richiesto un maggiore contributo per aumentare frequenze e flessibilità. Ma nei fatti poco ancora è stato fatto, mentre Genova e la Liguria si trovano davanti ancora diversi anni di cantieri autostradali. E nel frattempo i pendolari continuano ad aspettare un treno che non passa mai.

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