Genova. A pochi giorni dai festeggiamenti per l’abbattimento dell’ultimo diaframma della galleria di Serravalle Scriva, da Roma arriva una doccia gelata per il Terzo Valico e Genova: nel Recovery Plan non è stata inserita nessuna delle tre tratte che di fatto collegheranno la grande opera ferroviaria ligure con Milano.
Nei 60 miliardi destinati alle 16 opere ferroviarie messe in lista dal governo Draghi per far ripartire il paese, infatti, non sono citate le tratte Tortona-Voghera, Voghera-Pavia e Pavia-Milano, i tre lotti del raddoppio tra Tortona e Milano, fondamentale per dare concretezza alla direttrice Sud-Nord tanto attesa per il porto di Genova. Ad oggi, quindi quanto il Terzo Valico sarà terminato nel 2024 (data confermato dall’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato, Gianfranco Battisti, anche se sul sito dell’opera si parla ancora di 2023), i contenitori trasportati con la linea ad alta capacità si fermeranno a Tortona, in attesa di trovare spazio nell’affollata linea a due binari che prosegue verso Milano.
Senza l’intervento del governo, quindi, per vedere realmente i primi benefici della grande opera che attraversa gli Appennini, costata oltre 6,4 miliardi di euro, dovremmo aspettare ancora diversi anni: la tratta tra Tortona e Voghera, già progettata, ha come termine previsto il 2030 (quindi almeno sei anni dopo il termine previsto per il Terzo Valico), mentre per la Pavia-Milano, i cui cantieri preliminari sono già in parte iniziati, la conclusione dei lavori è recentemente ancora slittata arrivando anch’essa al 2030.
Ma c’è di più: tra queste due tratte esistono circa una ventina di chilometri di cui ad oggi si sa poco o niente. Tra Voghera e Pavia, infatti, non esiste ad oggi una progettazione definitiva per il raddoppio della ferrovia. Cosa non da poco, visto che il tracciato dovrà superare il Po’ e il Ticino, rispettivamente il primo e secondo fiume per portata d’acqua del paese. Insomma, se in questi mesi e in questi anni abbiamo sentito e letto che tra Genova e Milano ci vorranno 50 minuti, beh, c’è da aspettare. Mettiamoci comodi.