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Stop dei giudici a Esselunga a San Benigno, Confesercenti: “Ogni autorizzazione potrebbe essere illegittima”

Il Comune può andare avanti ma un nuovo contenzioso è dietro l'angolo. Esselunga potrebbe sempre decidere di aprire un supermercato sotto i 1500 metri quadri

Nuova esselunga san benigno

Genova. La sentenza del Tar Liguria non lascia molti margini di operatività al Comune di Genova e quindi a Esselunga. I giudici amministrativi, ripristinando con effetto immediato il perimetro del Civ Fronte del porto e facendo quindi ricadere nel perimetro l’area dove dovrebbe sorgere l’ipermercato del gruppo lombardo della grande distribuzione, hanno di fatto reso illegittima ogni eventuale autorizzazione.

Perché – come dice la legge regionale 1 del 2007 (art. 26 comma 3 quater) – «laddove esista un centro integrato di via, all’interno dell’area perimetrata dal Comune, è vietato l’insediamento di grandi strutture di vendita, centri commerciali nella forma di grandi strutture di vendita, parchi commerciali, distretti commerciali tematici, polo enogastronomico, in quanto aree soggette a particolare tutela ambientale».

Il Comune di Genova non ha potere discrezionale sull’applicazione o meno di questa legge regionale e quindi le possibilità sono tre. Prima: può procedere con le autorizzazioni, sempre che queste arrivino dalla conferenza dei servizi edilizia e poi da quelle commerciale, ma con il rischio che siano ritenute nulle o illegittime. Seconda: il Comune di Genova, come ha peraltro annunciato, può fare ricorso al consiglio di stato e sperare in una sospensiva della sentenza del tar. I tempi non sono strettissimi, si va a minimo un mese per la concessione della sospensiva, e tra i 6 mesi a 1 anno per il secondo grado di giudizio. Terza: il progetto dell’ipermercato potrebbe cambiare e trasformarsi nel progetto di una media struttura di vendita, quindi sotto i 1500 metri quadri, simile a quella già presente in via Piave, ad Albaro.

“La palla passa al Comune di Genova, auspichiamo che voglia avviare quel percorso di dialogo che è mancato fino a oggi e che non voglia proseguire una battaglia giudiziaria che non sarebbe costruttiva per nessuno”, dicono Massimiliano Spigno e Paolo Barbieri, presidente e vicedirettore di Confesercenti Genova alla conferenza stampa convocata per commentare la sentenza del Tar che ha dato ragione ai commercianti sampierdarenesi del Civ Fronte del Porto.

“Non siamo contro Esselunga – afferma Andrea Solinas, presidente del civ Fronte del Porto San Teodoro – ma contro l’ipotesi di qualsiasi grande supermercato, quello che chiediamo è un ragionamento di riqualificazione complessivo per la zona”. Il ricorso presentato dal civ nel 2018, infatti, non è legato specificamente a Esselunga ma, appunto, a una riperimetrazione dell’area di competenza del centro integrato di via decisa dal Comune motivandola con interesse pubblico, interesse non riscontrato dal Tar. Quella determina, inoltre, era stata comunicata al Civ e a Confesercenti nel bel mezzo delle vacanze ferragostane, “forse speravano che non la leggessimo”, osservano dall’associazione di categoria.

Alessio Barbieri, l’avvocato autore del ricorso, considera improbabile che l’amministrazione possa trovare ragione presso il Consiglio di Stato: “La sentenza del Tar non si basa su ragionamenti astrusi ma su principi di diritto consolidati, inoltre il Comune non ha potere di discrezionalità sull’applicazione della legge regionale”. L’associazione di categoria sottolinea anche come il ricorso fosse noto da quasi tre anni ma il “Comune forse un po’ superficialmente è andato avanti non tenendone conto”, continua il legale.

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