Rapallo. “A no l’é a primma vòtta che vëgne zu quarcösa…“. Paolo Garinotti, ancora prima di salutare, ci accoglie con una frase in genovese. Con l’atteggiamento tipico di chi ormai ci ha fatto il callo e accetta anche gli eventi più assurdi con saggia rassegnazione. È sua e del fratello Paolo la carrozzeria dove giovedì mattina una piastra di alluminio di circa 10 centimetri, proveniente ogni probabilità dal viadotto dell’autostrada A12, è piombata dall’alto ammaccando una Fiat Cinquecento d’epoca e danneggiando un’altra auto parcheggiata vicino.
Siamo nell’immediato entroterra di Rapallo, in via fratelli Betti, lungo il rio San Francesco che dà il nome al viadotto: due impalcati, circa 50 metri di altezza, oltre 300 di lunghezza e una lunga serie di problemi già causati a chi vive là sotto. La carreggiata a mare è chiusa da tempo per lavori, anche se non ci sono tracce evidenti di un cantiere sotto la sede stradale.
“Stamattina ero a lavorare, è arrivata una macchina, dopo un po’ ho sentito un colpo sordo e ho visto una nuvoletta di polvere – racconta Garinotti -. Dopo un attimo ho visto che era ammaccata la Cinquecento e l’Audi A6 aveva un altro bozzo. Era stata colpita di rimbalzo. Andando a casa ho trovato un’altra rondella più piccola, anche quella è venuta giù dall’autostrada”. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco, la polizia locale e la polizia di Stato. La piastra metallica è stata sequestrata per ulteriori accertamenti e individuare eventuali responsabilità.
Ma non è la prima volta che accade, si diceva. “Di solito viene giù cemento cotto, come si suol dire: il ferro spinge e poi si stacca. In passato sono venuti giù bulloni, l’altra volta di fianco all’autostrada c’era un paraurti di plastica”. In questo scenario di rischio quotidiano Garinotti lavora dai primi anni Ottanta, prima con alcuni dipendenti, ora solo col fratello: “Mi hanno sempre pagato i danni, ma in effetti bisognerebbe chiudere e andarsene. Secondo me è pericoloso stare qua sotto”.
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“È da due anni che facciamo segnalazioni per iscritto su quel viadotto ma nessuno ci ha mai risposto – accusa il sindaco Carlo Bagnasco che stamattina aveva denunciato l’accaduto -. Ora stiamo pensando di affidare tutto a un legale e chiedere i danni, almeno perché non si dica che noi non avevamo avvertito”.
Sotto il viadotto San Francesco c’è anche un condominio di cinque piani. Qui abita Graziella, rimasta sola dopo la scomparsa del marito: “Se dovessi calcolare cosa viene giù sul mio terrazzo… – esordisce -. Mi è capitato spesso di trovare pietre arrugginite, per fortuna non mi sono mai cadute in testa”.
Ma il timore più grande è un altro: “Lo vede quel pilone? Quando piove forte viene giù tutta la terra e ho sempre paura che possa franare. Sinceramente ho paura. Vorrei andarmene di qui, ma la casa dovrei svenderla. Chi ci viene a stare sotto un ponte dell’autostrada?”.
Il viadotto non è classificato tra quelli ad alto rischio, ma dal punto di vista puramente visivo non è certo rassicurante: crepe superficiali sui piloni e infiltrazioni la fanno da padroni. E il pensiero corre inevitabilmente a tragedie che si sono già consumate: “Noi ci siamo trasferiti qui dal 2018, quando era appena crollato il ponte di Genova – racconta Dusya, tre figli -. Speriamo bene”.
Autostrade, interpellata da Genova24 sull’accaduto durante tutta la giornata, non ha fornito risposte.