Genova. Un operatore sanitario in servizio al Gaslini è stato aggredito da un ragazzo adolescenze all’interno di un reparto di degenza. Un episodio che ancora una volta mette in evidenza un disagio sociale crescente all’interno di una larga parte della nostra società.
A lanciare l’allarme il sindacato di base: “Deve essere l’occasione per rimettere al centro della riflessione comune due importanti argomenti quali le carenze di personale e i deficit di sicurezza all’interno delle strutture sanitarie. Nel caso specifico, questa problematica si intreccia con un’altra che sta emergendo drammaticamente: il disagio e la salute psichica degli adolescenti durante la pandemia”
“Si tratta, comunque, anche in questo caso di criticità che, ancorché in parte preesistenti, sono esplose con l’epidemia da Covid-19 e che suggeriscono una riforma del sistema sanitario che deve tornare ad essere nazionale, pubblico e destinatario di forti investimenti che sono mancati negli ultimi 20 anni. In particolare, bisogna che la salute mentale torni ad essere tutelata anche in apposite strutture territoriali diffuse e facilmente accessibili, dopo che, anche queste, sono state smantellate in quanto “poco produttive” e quindi incompatibili con il nuovo modello di sanità che ha messo al centro del proprio interesse non la salute ma il profitto”
“Da anni, come USB, denunciamo la cattiva gestione del reparto di Neuropsichiatria infantile dal momento che da un lato ci sono stati molti infortuni occorsi ai lavoratori e, dall’altro, le cure prestate ai piccoli pazienti non appaiono come le più adeguate per carenze organizzative, di personale e di formazione – scrivono in un comunicato stampa – La dirigenza avrebbe dovuto scorgere nelle nostre denunce chiarissimi segnali di allarme ma così non è stato e adesso che ci ritroviamo di fronte a un grave e diffuso disagio adolescenziale, legato agli effetti delle misure per il contenimento della pandemia di cui la scienza e la politica sono costrette a prendere atto, ancora una volta ci ritroviamo sguarniti ed inadeguati”
Da qui la proposta: “Per questo auspichiamo che, come abbiamo richiesto, a breve si apra un tavolo di confronto con l’assessore regionale per inserire nel futuro Piano Sanitario Regionale specifiche indicazioni, tenendo conto che non è possibile immaginare un miglioramento delle cure per i piccoli pazienti senza considerare la condizione di chi lavora in questa struttura, a partire dalla strutturale carenza di personale e dalla mancanza di formazione specifica”.