Liguria. “A partire dall’1 maggio, se si confermano anche nelle prossime settimane questi dati, si potrebbe parlare di riaperture perchè la situazione è in miglioramento, l’indice Ro è diminuito e dovrebbe continuare a scendere anche questa settimana”. E’ questa la dichiarazione del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, riportata su Ansa in merito alla ripartenza.
“Ogni ondata ha una vita di 50-70 giorni, abbiamo passato il picco della terza ondata, calano sia i ricoveri in terapia intensiva che i contagi. Il calo di decessi avverrà a breve perché gli over 80, over 70 e fragili che stiamo vaccinando, anche se hanno ricevuto solo la prima dose, verosimilmente non avranno forme gravi, non andranno in terapia intensiva o ospedale”, è questa la fotografia sulla situazione attuale della crisi pandemica.
La ripertura deve “essere accompagnata dal controllo dei dati per riuscire a conservare il vantaggio guadagnato e non rischiare di richiudere dopo poco”. Compatibilmente con la situazione e gli indicatori “dal primo maggio si può tornare a una colorazione più tenue delle Regioni e qualcuna potrà tornare a essere bianca“. A queste condizioni, per il sottosegretario, è possibile pensare alla riapertura dei ristoranti alla sera “può esser fattibile, non subito dal primo maggio ma progressivamente di settimana in settimana, per arrivare ai primi di giugno con aperture sul modello inglese”.
“Quando hai vaccinato il 75% degli over 89 e degli over 70, e hai protetto i fragili – sottolinea Sileri -, il ricovero in terapia intensiva dovrebbe essere un evento sporadico – la speranza di Sileri – , quindi anche se il virus circola non ha conseguenze pesanti sul sistema sanitario“.
Sul possibile rallentamento delle restrizioni intervengono diverse sigle sindacali mediche che scrivono al governo: “Sarà possibile solo con contagi giornalieri al di sotto di 5mila casi, mantenendo una larga capacità di testing e riprendendo il contact tracing per il controllo della diffusione dell’epidemia, i ricoveri in area Covid medica e intensiva largamente al di sotto delle soglie critiche, rispettivamente 40% e 30%, e la vaccinazione completata almeno per i soggetti fragili e gli ultra 60enni, categorie a più alto rischio di ricovero e mortalità”.